foto di Felix Nadar (1801)
Così finalmente ti ho vista:
un cesto di parmigiano reggiano per cappello,
pelle color salmone
sull’indice un anello di ricotta.
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Cosa sogni?
Con il mio gancio
ho tirato giù un pezzo di cielo,
riempiendo di sangue
i ragazzi giù al pub:
pensavo di farti un abito
così da riuscire
a vestirti d’altro,
oltre che di questa saliva
piena di vino.
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Hai scritto un libro
che ho letto a pezzi
su letti sfatti,
spesso angosciato dall’infanzia del sole
ho atteso il ritorno della mia vittima:
ho ferito a morte la notte
e ancora la sogno
mentre si trascina per Roma
come una puttana qualsiasi.
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L’ho finita una mattina
durante un orgasmo immaginario
l’ho soffocata d’eterosessualità:
maledetta lesbica
amante infuocata
di stelle dolciastre.
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A tutto il resto
hai pensato tu,
seppellendo nella discarica della nostra carne
i residui che ancora incrostano
le mie mani sporche d’assassino.