Magazine Diario personale
Edgar Hilsenrath
Bronsky ricorda
Traduzione dal tedesco di Roberta Gado Wiener
Voto: 9+
Lo so, siete baciati dalla fortuna: avete avuto la buona sorte di nascere (o diventare) lettori esigenti e golosi, e quindi non vi interessano le biografie dei kuokuzzi superstar, i rutti dei teleguitti, il vuoto blabla dei giornalisti politici, le muffe eruditoidi dei baroni feudali, i risaputi temini degli scolari di Editoria Ideologica, né tantomeno gli ultimi romanzi dei cosiddetti “big” italioti, che magari differiscono dai penultimi solo per i nomi dei protagonisti o per la toponomastica stradale…Ma siete anche schiaffeggiati dalla sfiga: perché una volta grattata via tutta quella roba illeggibile, non è che resti molto da regalare o regalarsi per le festività natalizie!Ebbene, ho una buona notizia: uno “nuovo” l’ho scoperto. In dannatissimo ritardo. (L’editore italiano, nel risvolto di copertina, fa il ganassa dicendo che un’altra opera dello stesso autore è uscita “nel 1971 negli Stati Uniti ma solo nel 1977 in Germania”… dimenticando di aggiungere che invece questo capolavoro, che è del 1980, da noi non è arrivato che nel 2010 – forse perché del nostro essere degradata periferia mafiosella s’è ormai preso atto con rassegnazione?)Non mi dilungherò, togliendovi il gusto della sorpresa. Inoltre, di un libro così faccio prima a dirvi che cosa NON mi sia piaciuto: non mi è piaciuto che dal titolo italiano insensatamente puritanello e scialbo (Bronsky ricorda) sia sparita per magia la prima parte di quello originale: Fuck America. Tutto il resto è musica, intelligenza, coraggio, energia, indignazione. Hilsenrath è divertente, spudorato, mai noioso, disperato, non ha peli sulla lingua, ed è politicamente scorrettissimo. [Eddài, Nick, quest’ultima affermazione è superflua: gli scrittori intelligenti sono SEMPRE politicamente scorrettissimi!] Per dare una vaga idea, è un misto di Donleavy, Hemon, Bukowski e John Fante, ma leggermente più incazzato. I suoi dialoghi sono essenziali e secchi, ridotti all’osso, ma alcuni sono fra i più esilaranti che abbia mai letto. Uno dei libri più graffianti di sempre. Non fatevelo mancare! Non fatemi incazzare!Parola di Scriba.
p.s. Mi dicono che il vero, principale capolavoro dello stesso scrittore sia Il nazista e il barbiere. Be’, io non l’ho ancora letto, ma facendo 1+1 (il livello dell’autore più la genialità della trama che ho già adocchiato) mi sento di poter fare una cosa che non ho mai fatto: vi consiglio pure quello, a scatola chiusa!
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DIARIO PERSONALE
Inviato il 14 dicembre a 10:59
Ciao! Mi fa piacere che il libro ti sia piaciuto. Anch'io trovo che il titolo italiano sia troppo annacquato (ai tempi discussi parecchio con l'editor al riguardo) e Fuck America ci sarebbe stato benissimo, però l'autore stesso lo ha vietato, con la motivazione che la sua posizione negli anni è cambiata: dunque niente da fare, era un vincolo contrattuale. Il grande, grandissimo capolavoro di Hilsenrath è -- a proposito di editoria coraggiosa -- un libro nerissimo e disperato che si intitola "Nacht", Notte. Sono anni che cerco di tradurlo, ma non sono ancora riuscita a convincere uno dei "miei" editori a farlo uscire... Ciao! Roberta Gado