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Esperienza e costanza, gli ingredienti dei Knicks

Creato il 13 aprile 2013 da Basketcaffe @basketcaffe

Nella classifica della Eastern Conference i New York Knicks sono la prima squadra tra quelle “umane”, dietro quindi agli ormai inarrivabili Miami Heat. Se consideriamo invece la classifica generale NBA, composta dall’unione delle due conference, i Knicks occuperebbero un modestissimo settimo posto, con Miami sempre in testa, e ben sei squadre della Western Conference con un record al momento migliore di quello newyorkese.
Classifiche a parte, occorre sottolineare con una bella matita rossa i giganteschi passi in avanti compiuti dalla troupe di coach Mike Woodson, progressi impensabili per tutti coloro che reputavano i Knicks una squadra incapace di poter costruire qualcosa di positivo, nel breve-medio periodo.

Nella sessione estiva si poteva quindi cogliere l’occasione per ricostruire nuovamente la squadra, ed invece i nuovi arrivi nella Grande Mela, Raymond Felton, Jason Kidd, Pablo Prigioni, Marcus Camby, Kurt Thomas e Rasheed Wallace hanno fatto capire subito, ad addetti ai lavori e tifosi, che ai Knicks si è scelto di puntare sull’usato sicuro, sull’esperienza e la solidità che nello spogliatoio (spesso un po’ troppo movimentato) tali giocatori possono garantire dopo diversi anni di navigata esperienza nella Lega.

E tralasciando l’infermeria Knicks particolarmente affollata in questo periodo (Stoudemire, Thomas, Wallace, Camby, Chandler e ultimissimo Martin) si può dire che la scelta di mettere in piedi una squadra da veterani sta pagando. E ad affermare ciò sono le statistiche: dopo l’ottimo inizio e un piccolo calo, NY è tornata a far registrare una striscia di 13 vittorie consecutive, battendo tra le altre Celtics, Bucks, Grizzlies ma soprattutto i Miami Heat, per giunta a domicilio presso l’American Airlines Arena.

Per solidificare ancor più le possibilità per New York di arrivare sino alla finale di Conference, Carmelo Anthony è salito in cattedra, imponendosi come uno dei migliori scorer NBA (praticamente a pari punti con Kevin Durant) oltre che come vero leader, portando in dote tanti punti ma sopratutto un rendimento più costante durante tutta la stagione regolare.
Ad aiutare Melo in prima linea ci sta pensando anche J.R. Smith il quale (difficile a credersi) è perfettamente integrato nei meccanismi della squadra, oltre che a rivestire con ottime prestazioni il ruolo di sesto uomo (17.7 punti in oltre 30 minuti d’impiego).

Infine in prospettiva playoff (e non solo) il prezioso contributo di due campioni NBA 2011 come Kidd e Tyson Chandler può tornare davvero utile. Innanzitutto considerando come quella versione di Dallas non fosse molto diversa dai Knicks di quest’anno ma sopratutto che ai playoff l’esperienza può aiutare a sopperire alcune lacune tecniche. Difesa forte e alte percentuali da tre sono la prerogativa di New York, che se riuscirà a fare sue queste caratteristiche può davvero spendere qualche fiches per proporsi come candidata al titolo NBA, rendendo più incerto l’esito dell’imminente post season.


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