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Essere donna

Creato il 08 marzo 2011 da Selena
Festa delle donne, ma non in Spagna, perché qui non ci festeggiano. Che poi il solito detto, le donne si festeggiano tutto l'anno, non solo un giorno. Certo, giusto, ma a me va bene anche l'8 marzo, non son una che andava a vedere i boys ma neanche una che disdegnava le mimose regalate. E poi che quel giorno tu sei donna, fa sentire bene. Gli uomini non hanno una festa, o anzi, ricordo da piccola la festa del paese, il 2 agosto era la festa degli uomini, ma poi é scomparsa.
Penso a noi donne.
Qui in Spagna non ci festeggiano, e parlando con giovani donne sento sempre dire che la Spagna é un paese maschilista. Purtroppo non mi stupisco, per ogni cosa devo sempre portarmi dietro Buddha, non perché son straniera o per la lingua, ma perché son donna, e quindi ho bisogno dell'uomo. Certo, trovo lavoro, casa, faccio documenti, ma chissá perché per certe questioni avere un uomo che spalleggia risulta piú semplice.
I padri di familia ancora hanno molto potere, ma quello succedeva anche nella mia familia, dove mio padre pensava di vivere ancora all'inizio del 20 secolo, solo che alla fine ha abdicato, perché con me era impossibile avercela vinta. Ancora ci prova, ma tanto sa che é una battaglia persa.
Qui i padri ancora decidono per i figli che magari vivono fuori casa, lavorano, pagano un mutuo. Decidono se la figlia 24enne possa comprarsi una macchina, anche se tale figlia vive a 1000km da casa, ma che importa, devono dir la loro sempre.
In Spagna la violenza sulle donne esiste, la si racconta, per far sí che le donne si ribellino ai loro maltrattatori. Ogni giorno, quasi, il TG ci informa sul numero di donne morte dall'inizio dell'anno. Lo fanno anche con i morti per incidenti stradali.
Poi scopri che la maggioranza di queste donne é stata vittima di un patner denunciato e per legge impossibilitato ad avvicinarle, ma che conviveva comunque con loro. Molti son stranieri. Molte di loro non possono lasciare il patner perché non hanno i soldi o un lavoro che le permetta essere indipendenti.
Le donne in Spagna, secondo certi settori, guadagnano molto meno degli uomini.
Anche in Spagna é importante se sei donna in etá da figli, o se non lo sei. In certi contratti, e lo assicuro per esperienza personale, c'è scritto che il contratto di lavoro puó essere sospeso se si scopre una gravidanza. Bisogna leggere anche le lettere piccole, sempre.
Ci son tante cose della Spagna che non capisco, ma questa é quella che ancora non mi entra in testa. Perché é un paese moderno, ma sotto la superficie, a discapito della modernitá entrata con la caduta del Franquismo, la Spagna rimane un paese tradizionale, dove la donna é donna, e l'uomo é uomo, e purtroppo son proprio le donne ad insegnare ai figli che é cosí, e non si cambia, perché la cultura difficilmente cambia in pochi anni. Ma forse la nuova generazione insegnerá ai figli che le donne si devono rispettare, che gli uomini e le donne hanno gli stessi diritti e doveri, e in futuro non ci saranno discriminazioni. Che bei sogni!
Poi succede che alcune settimane fa, nella stazione dei treni di Málaga, compro il Vanity Fair, che arriva con due settimane di ritardo, e leggo tutti quegli articoli dove le donne si lamentano della loro condizione, si lamentano se le chiamano puttane invece che escort, si lamentano se devono scendere in piazza per far valere i loro diritti, ma anche perché scendono in piazza che non serve a niente. Si lamentano se vestono in maniera provvocante, ma anche come suorette. Si lamentano di tutto!
Non mi ricordavo questo giornale come una continua lamentela femminile. Non lo compravo da un anno, visto che qui non lo vendono. Ogni tanto mi concedevo questo piacere, un giornale italiano. Ma leggere tutte queste lamentele, a che serve?
Perché lo riconosco, io mi lamento, ma se mi lamento é per cambiare ció che non mi piace, o almeno migliorarlo. Che succede in Italia? Perché ora tutte si lamentano e si criticano a vicenda?
Al lavoro a volte preferivo lavorare con gli uomini: son piú semplici, non ti complicano la vita, non sparlano di te, non ti criticano per come vesti o quel che dici, ridono con te e di te, ma son semplici, e basta. Guardano culi, guardano tette, fanno battute. Lavorare con donne era a volte un supplizio, mille paranoie, critiche, piagnistei, ma guarda quella come si atteggia, quello m'ha fatto un sorrisino, la collega é una stronza, ma hai visto che scarpe si é messa???
Se una donna scopre che il suo patner la tradisce, prima di tutto pensa all'altra donna e a come vendicarsi di lei, non al patner e a come rovinargli la vita. Chiede com'é lei? É piú bella di me? Perché invece non gli chiede perché lo ha fatto e che problemi ha?
Le donne sono strane, quasi sempre si coalizzano contro le altre donne.
Chissá perché non ci aiutiamo. Chissá perché é cosí difficile avere una buona amica.
Ma in fin dei conti siamo donne, non siamo semplici, non siamo facili. Non sappiamo, spesso, cosa vogliamo. Dobbiamo sempre scelgliere tra far carriera e far figli. Spesso dobbiamo accettare lavori che non ci piacciono. Piangiamo per i film romantici, a volte anche per degli annunci pubblicitari tristi, capita che gli ormoni ci mandino fuori di testa, capita anche che davanti ad un vasetto di nutella ci sentiamo coccolate per poi metterci a dieta. Siamo paranoiche, complessate, critiche con noi stesse.
Siamo le nostre peggiori nemiche.
Anni fa avrei desiderato essere uomo, che fortuna, pensavo, loro possono fare di tutto.
Poi ho ricordato ció che sono, ció che ho fatto, e mi son detta ma quanti uomini, che io conosco, hanno vissuto ció che io ho vissuto? Sinceramente, quanti potrebbero "sopravvivere" a certe prove ed andare avanti.
Noi donne siamo forti.
Sappiamo sempre trovare la forza dentro noi stesse.
Anche nelle avversitá non ci tiriamo indietro. ci deprimiamo, ma lottiamo.
É piú facile essere un uomo.
Forse, ma noi donne possiamo piangere, se vogliano, anche in pubblico. Possiamo vestirci con pantaloni e gonne. Possiamo truccarci e coprire brufoli ed occhiaie o metterci i tacchi se siamo troppo basse. Possiamo dire che ci piace il rosa senza che gli altri abbiano dubbi sulla nostra sessualitá.
E per quanto sia difficile una gravidanza, un parto, l'allattamento, le notti insonni, le pappe sputate, i pannolini sporchi, quando guardi tuo figlio/a che ride, che gattona, che si alza in piedi, che fa i primi passi, che ti chiama mamma, pensi che certo per un uomo é piú facile, ma tu sei la donna che l'ha cresciuto dentro, conosci tuo figlio molto meglio del padre, l'hai sentito mentre scalciava e quando aveva il singhiozzo, e riconosci quei movimenti e quei rumori anche al buio.
Non solo oggi, ma tutti i giorni, siamo felici di essere donne, perché non é semplice, non é sempre bello, peró é emozionante.

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