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Evviva le “personagge” sui muri delle nostre strade

Creato il 14 aprile 2012 da Giornalismo2012 @Giornalismo2012
femminile

-Di Anna Vanzan

Vi sono diversi fattori che aiutano a capire quanto radicata sia la discriminazione di genere: uno di questi è rappresentato dalla toponomastica, ovvero dalla percentuale di strade intitolate a donne rispetto a quelle dedicate ad un personaggio di spicco maschile. In questo rispetto, in Italia, siamo molto indietro: se n’è accorta una insegnante romana che ha lanciato una campagna per censire le strade italiane, reperibile anche tramite Facebook (Toponomastica femminile).

Vi sono città italiane in cui non vi è neppure una stradina intitolata ad una donna, e i pochi nomi femminili che marcano la nostra toponomastica sono perlopiù quelle di sante e della Madonna sotto i suoi vari appellativi (il Veneto “bianco” ne è testimone!).

Ciò significa che il nostro Paese non ha conservato la memoria di quanto donne illustri hanno fatto e continuano a fare per lui, preferendo intitolare le strade a John Lennon (con tutto il rispetto per il famoso cantante) piuttosto che alle nostre eroine risorgimentali oppure alle partigiane, o alle scienziate e così via.

Alcune amministrazioni, sollecitate da gruppi femminili come le Commissioni per le Parti Opportunità o le associazioni che lottano per i diritti delle donne, hanno promesso di intitolare le prossime tre strade ad altrettante donne, sia di rilevanza nazionale sia internazionale (tanto per non essere troppo campanilistici). Questa campagna ha immediatamente suscitato le ire del partito “Ma non avete altro di meglio da fare”: alcuni uomini (ma anche donne), hanno scritto ai giornali lamentando come vi siano problemi ben più urgenti da affrontare, anche in materia di diritti femminili.
Forse.

Il problema è che questa amnesia nella toponimia rispecchia un fenomeno uguale e contrario, ovvero l’ ingombrante presenza di un uso stereotipato del maschile nella lingua italiana che porta alla scomparsa della menzione delle donne nei ruoli di prestigio e di potere nella società. L’assenza di figure muliebri nelle nostre strade e piazze è madre e figlia dello stesso atteggiamento discriminatorio: nulla è mai neutro, né la lingua, che afferma e reitera determinati valori e codici culturali, né la deliberata negazione dell’importante ruolo giocato dalle donne nella storia, nella cultura e nella realtà quotidiana.

E’ importante riabilitare nella memoria degli italiani le loro più illustri “personagge”: e pazienza se qualcuno s’offende per quest’uso dell’italiano, il “neutro maschile” che ha imperato per secoli non riflette più la realtà ed è ora che vi si adegui.


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