Per lui ci vuole il “trattamento Boffo”.Giorgio Stracquadanio, Pdl, su Gianfranco Fini. Si ricorderà che Dino Boffo era il direttore del quotidiano Avvenire. Non lo è più da quando Il Giornale di Feltri ha lanciato un vero linciaggio mediatico contro la sua persona, reagendo così alle posizioni critiche che il quotidiano, vicino alla Cei, aveva espresso nei confronti dell’operato del premier Silvio Berlusconi. Vale la pena di sottolineare che, mentre quelle critiche si muovevano sul piano politico, l’attacco del giornale di famiglia del cavaliere nei confronti di Dino Boffo fu al contrario biecamente personale, non si fece scrupolo di basarsi su notizie non verificate e rivelatesi false e valse a Feltri la sospensione per sei mesi dall’Ordine dei giornalisti, ma sul momento sortì l’effetto desiderato. Contesto e riferimento, da parte di Stracquadanio, non sono dunque in nessun modo equivocabili: contro Fini parta il pestaggio mediatico – a dire il vero è già in corso da mesi, ma evidentemente si chiede di intensificare.
La Lega fortunatamente ha qualcosa come 20 milioni di uomini pronti a battersi fino alla fine. Se non c'e' democrazia nel Paese, la portiamo noiUmberto Bossi, commentando l’attuale scenario politico e l’ipotesi di elezioni anticipate.
A Palermo 15 anni fa ho parlato 17 ore e sono stato rinviato a giudizio sulla base della mie dichiarazioni. Ho imparato da allora. Il consiglio che do a tutti coloro che dovessero trovarsi in un'analoga situazione è di non parlare, perché lo dice la leggeMarcello Dell’Utri, commentando il proprio rifiuto di rispondere alle domande dei magistrati della procura di Roma sul caso della cosiddetta Loggia P3, elargisce nel contempo un consiglio “a tutti coloro che dovessero trovarsi nelle sue condizioni”. A buon intenditor…
Non so quale di queste tre frasi mi metta di più i brividi, o quale mi indigni di più. Sta di fatto che ogni giorno ci troviamo a commentare esternazioni del genere, sciorinate così, come se nulla fosse, ed è anzi quasi impossibile commentarle tutte. Recentemente il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha ricordato che la nostra democrazia, malgrado tutto, dispone di validi anticorpi. Sono un po’ scettico, anche se mi auguro che abbia ragione. Avere validi anticorpi significa, tra le altre cose, non fare l’abitudine a simili affermazioni, che devono continuare a suonarci per quello che sono: impronunciabili, intimidatorie, mafiose, squadriste.