6 giugno 2014 • Non tutti sanno che..., Vetrina Cinema
Grey’s Anatomy, dietro le quinte. Non tutti sanno che…
I protagonisti sono cinque giovani medici in carriera del Grace Hospital di Seattle, le cui vite si sovrappongono professionalmente e sentimentalmente. L’intensità della storia e lo stress della vita in ospedale sono sapientemente intrecciati al sesso, alle esistenze frenetiche e disordinate dei medici che scoprono, capitolo dopo capitolo, che né la chirurgia né le relazioni possono essere definite solo con il bianco o il nero. La vera vita ha tante sfumature di grigio. E tanti retroscena. Noi ve ne sveliamo qualcuno.
Partiamo dal nome di battesimo della serie. Prima di arrivare alla scelta di Grey’s Anatomy, Shonda Rhimes aveva valutato numerose idee, tra cui Complications, il titolo maggiormente candidato a diventare quello definitivo prima dell’intuizione ultima.
La Protagonista. Lo sapevate che Ellen Pompeo, alias Meredith Grey, é stata scoperta lavorando al SoHo Bar and Grill di New York? Nel 2012, Forbes ha classificato la Pompeo all’ottavo posto tra le attrici più pagate, con uno stipendio di 270,000$ per episodio.
Il gioco delle parti. Sandra Oh, in arte Cristina Yang – una delle attrici più rispettate del Canada – in un primo momento, era stata scelta per il ruolo di Miranda Bailey, il boss degli specializzandi, mentre Isaiah Washington -Dott.Burke- aveva fatto il provino per interpretare Derek Sheperd.
Già visti. Justin Chambers (Alex Karev) è una faccia nota nel mondo della pubblicità. E’ stato infatti modello per le campagne pubblicitarie di Calvin Klein e Armani.
Hot spot. La caserma dei pompieri in cui Owen e Cristina hanno vissuto è stata usata per gli interni di Ghostbusters in entrambi i film.
Numeri. Nonostante fosse nata per rimpiazzare il telefilm Boston Legal, la prima di stagione di Grey’s Anatomy venne seguita da oltre 16 milioni di telespettatori, mentre gli ascolti dell’ultimo episodio della prima stagione superarono i 22 milioni. Nel 2006, con un ascolto di 25 milioni di telespettatori, Grey’s Anatomy fu la prima serie tv a battere il primato di CSI, fino allora perennemente in vetta nella classifica delle serie tv più seguite d’America. Ma nel febbraio dello stesso anno, grazie al traino del Super Bowl, la serie sfiorò la soglia dei 40 milioni di telespettatori; Attualmente la serie viene seguita con una media di 8 milioni di telespettatori per episodio ogni settimana.Il Futuro. Il 9 maggio 2014 la ABC ha ufficialmente confermato la produzione della undicesima stagione della serie. La notizia ufficiale è la dipartita di Cristina Yang, che lascerà un vuoto non indifferente. La produzione ha dovuto preparare la strada per un addio che avrà tante conseguenze, dunque gli ultimi quattro, cinque episodi di Grey’s Anatomy 10 sono stati dedicati all’attrice Sandra Oh, nonostante le importanti vicende che hanno fatto da contorno. Come? Giovedì primo maggio, negli States, è andato in onda l’episodio di Grey’s Anatomy “We are never getting back together”, che ha visto il ritorno di Preston Burke. Sette anni di assenza, ma in una puntata sola ha rimesso sottosopra la vita di Cristina.
Colonna sonora. Nella versione statunitense, così come nelle versioni trasmesse nella maggior parte dei paesi, la sigla musicale della serie è il brano “Cosy in the Rocket” del duo Psapp.
Mc-slang. I personaggi di Grey’s Anatomy parlano in modo contemporaneo, talvolta usando neologismi e frasi colloquiali. Come risultato, il programma ha diffuso molti appellativi, motti, slogan, anche se usati relativamente poco nella serie. Tra i più usati è l’uso del prefisso Mc (un riferimento alla catena di ristoranti (McDonald’s) davanti a un parola per enfatizzarla, usato in senso ironico o sarcastico).
Pettegolezzo. Nell’ottobre 2006 Isaiah Washington (interprete di Preston Burke) viene accusato di insulti omofobici nei confronti di T. R. Knight, il dottor O‘Malley, per aver chiamato il collega «faggot» («checca»).Washington si scusò pubblicamente per lo sfortunato uso di parole, ma venne comunque allontanato dalla produzione.
La critica. L’episodio “Come Eravamo” nella sesta stagione è stato definito da Entertainment Weekly come l’11º miglior episodio di una serie televisiva costituito da un flashback mai creato.
Il sequel. Dopo Grey’s Anatomy ci sarano agli avvocati nella nuova serie di Shonda Rhimes. Il network Abc ha presentato “How to Get Away With Murder”, il nuovo show della creatrice di Scandal e Grey’s Anatomy.
Up & down. Seppur non ai livelli di Grey’s Anatomy, lo spin-off Private Practice, il secondo telefilm di ShondaLand (la casa di produzione della Rhimes), con protagonista la dottoressa Addison Montgomery, ha comunque raggiunto le sei stagioni e conquistato uno stuolo fedele di fan. L’unico vero flop della Rhimes, ad oggi, è Off the Map, serie incentrata su un gruppo di medici in Sud America, cancellata nel 2011 dopo una sola stagione.
Siete curiosi? Qualche dettaglio sulla puntata 10×22. Cristina vola a Zurigo, invitata a una conferenza in un famoso ospedale specializzato in cardiochirurgia. È reduce dal mancato Harper Avery Award, e con Owen le cose non funzionano, il problema si ripete: vogliono cose diverse. Mentre sta presentando i suoi studi davanti alla platea, una voce inconfondibile fa una domanda. Cristina ha già capito chi è. Mentre risponde, la figura si alza e scende le scale, finché la luce lo illumina: è Preston, il proprietario della futuristica clinica. Non vogliamo svelarvi il seguito, vi riportiamo unicamente la battuta finale. “Fammi capire: sei Willy Wonka e vuoi lasciarmi la tua Fabbrica di Cioccolato?”. “Complimenti, Charlie”.
Vip Addicted. Vi siete mai chiesti cosa fa Hillary Clinton quando non è impegnata a discutere di politica estera in giro per il mondo? Ecco la risposta rivelata al mensile Harper’s Bazaar: divano, telecomando e Grey’s Anatomy.
Oscar per… Shonda Rimes, per aver innescato quelle piccole rivoluzioni e sovversioni che ci hanno fatto appassionare a questa serie. Per aver ideato un personaggio controcorrente come Cristina, una coreana abbandonata all’altare, che non ha mai voluto figli e che abortì nonostante fosse sposata perché un bambino avrebbe ostacolata la sua carriera. Una che non lava i piatti e lo rivendica, che non cucina e non se ne vergogna. Mi piace pensare che questo personaggio sia servito almeno a una spettatrice per smettere di sentirsi in colpa per il proprio non essere Bree Van De Kamp (la più impeccabile delle eroine seriali Desperate Housewives). Meno lagnosa di Meredith, una con cui empatizzare. Una donna senza corsi di cucina, senza sensi di colpa per la propria competitività. Una che non ha abdicato alla sessualità in nome della carriera (anzi: ha una vita sessuale sfrenata almeno quanto è implacabile il suo perfezionismo di chirurga). Shonda ha sdoganato la teoria che non serve essere mogli – madri – massaie per essere protagoniste. Merito di Cristina Yang. E pazienza se avrà fatto crollare le vendite dei detersivi almeno quanto George Clooney ha aumentato quelle del caffé.
di Valeria Ventrella per Oggialcinema.net
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