Uno degli scontri più interessanti in semifinale di questi playoff è quello tra Boston e Miami. Dopo una stagione di messaggi più o meno ostili che squadre e giocatori si sono mandati, si è giunti al nodo finale. Finalmente si capirà se l’esperimento dei “Big Three II” è stato una mossa vincente oppure avevano ragione tutti i detrattori. Non penso sia giusto dare un giudizio finale comunque vada, perché si sa che ci vuole tempo per riuscire a trovare chimica in una squadra con star così importanti, ma purtroppo si sa anche che da questa serie si prenderà spunto per dare un giudizio e soprattutto se Miami dovesse perdere sarà: “ecco, LeBron se n’è andato da Cleveland per vincere con Bosh e Wade e neanche lì ce la fa!”
A prescindere dai temi tattici e tecnici delle due squadre, la sconfitta di Miami darebbe un segnale forte, ossia che i vecchietti dei Celtics sono ancora pronti a sorprendere tutti come hanno fatto l’anno scorso, e che a Miami è mancata la capacità, nel primo momento di difficoltà, di superare differenze e lacune tecniche, come il fatto di non riuscire ancora a giocare al meglio tutti e tre contemporaneamente, e trovare quella forza, quel senso di “urgency”, di bisogno incalzante e pressante, che per i Celtics si chiamava “Ubuntu” e che porta a fare cose irraggiungibili razionalmente. In un certo senso la sfida mette a confronto il maestro e l’allievo: è quello che tutti, Heat compresi, si sono chiesti durante quest’anno: “riuscirà Miami a emulare quello che ha fatto Boston?”.
Dalla parte dei Celtics invece ci sono forse più attenuanti per un’eventuale sconfitta, ovvero la squadra è ormai logora, la “cabala” per cui con Perkins e i Big Four non si perde mai non è più possibile, e diciamo che Jeff Green non è Kendrick. In realtà penso che questa sia la situazione ideale per i Celtics, che come l’anno scorso hanno viaggiato a “fari spenti” fino in semifinale. Non si può dire che non si sia parlato di Boston, però non si può negare che, sebbene siano stati l’unica squadra a vincere in 4 partite, nelle prime due contro New York ha seriamente rischiato di perdere e chissà come sarebbe stata la serie se i Knicks non fossero stati “monchi” nelle due gare al Madison.Guardando ai numeri nei quattro precedenti stagionali tra Miami e Boston si vede che i Celtics hanno vinto tre volte, di cui due nella prima settimana di campionato, quando gli Heat sapevano a malapena i loro numeri di maglia. Non penso infatti che i precedenti o il fattore campo - a favore di Miami - saranno così rilevanti. Boston ha già dimostrato di saper vincere “fuori casa” senza problemi, non sarei così sicura del contrario, ma se gli Heat riescono a mantenersi uniti in casa, potrebbero farcela.
Di solito le squadre che vincono 4-0 hanno molto, spesso troppo, tempo per riposarsi/rilassarsi; basta ricordare cos’è successo l’anno scorso ad Orlando contro Boston. Nel caso dei Celtics penso che la pausa abbia giovato per recuperare forze e giocatori infortunati, e poi Doc Rivers ha decisamente in mano la situazione emotiva e mentale dello spogliatoio.
Per il pronostico mi sbilancerei leggermente sui Celtics perché loro ci sono “già passati” ma sicuramente con tutte queste star in campo nessuno mollerà facilmente la possibilità di sfidare chissà gli Hawks in finale di Conference e i Grizzlies in finale?!