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I biocarburanti e la deforestazione

Creato il 03 settembre 2011 da Rossellagrenci
3 settembre 2011 admin Società, Tecnologia new-palm-oil-300x200 Ascolta con webReader

Greenpeace ha raccolto 92 campioni di diesel in stazioni di servizio delle principali compagnie (Esso, Agip, Shell, ecc) in nove Paesi europei e li ha inviati ad un laboratorio tedesco specializzato nelle analisi dei carburanti. I risultati rivelano che il diesel europeo viene  regolarmente miscelato con i biocarburanti più dannosi, cioè quelli prodotti da colza, soia e olio di palma. Valutazioni ufficiali dell’Unione Europea confermano che la produzione di biocarburanti da queste colture accelera la deforestazione e il cambio d’uso dei suoli indiretto (ILUC): per produrre cibo dovremo comunque deforestare altrove. Questo li rende più dannosi per il clima dei combustibili fossili.

Tra i campioni di diesel raccolti, quelli con la maggiore percentuale di biocarburanti – tra il 5 e il 7 per cento- sono stati trovati in Francia, Germania, Italia, Svezia e Austria. Mentre in Francia la coltura più utilizzata è la soia, in Italia è stata riscontrata un’altissima percentuale di olio di palma.

L’obiettivo è giusto, i mezzi sbagliati – ha dichiarato Chiara Campione, responsabile della campagna foreste di Greenpeace – serve una legge che renda obbligatorio il calcolo delle emissioni serra prodotte dal ciclo completo di lavorazione dei biocarburanti. Bisogna incentivare il biodiesel a basso impatto ambientale: dunque coltivazioni locali, che non richiedono l’uso di pesticidi e crescono con poca acqua. Solo a queste condizioni si può veramente parlare di biodiesel.

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