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I luoghi violati

Da Lacrespa @kiarastra

Esistono luoghi e percorsi che ci accompagnano per un pezzo di vita. Per me il tragitto per arrivare al liceo consisteva in un lungo tratto di strada, una delle arterie che collega i quartieri popolari con il centro della città . Se non si smetteva di camminare lungo quel viale, o arrivavi fino a Mesagne o fino al mare, se andavi nel senso opposto. É una strada che conosco a memoria che potrei percorrere ad occhi chiusi senza inciampare.  Quando ero in ritardo per la prima ora, la visione della prima scuola che incontravo lungo la via costituiva per me un sollievo. Voleva dire che ero quasi arrivata: scuola media Marco Pacuvio, istituto professionale Morvillo poi Tribunale e finalmente vedevo l’orribile edificio grigio del liceo classico Benedetto Marzolla, spodestato nel 1989 dalla sua storica sede del centro a 5 minuti,dico 5 minuti da casa mia.
Fino a ieri pensare a quella strada e a quelle scuole mi riportava ad un periodo spensierato della mia vita, quello dell’ adolescenza, dei ritorni a casa con le amiche, fatti di chiacchiere e confidenze e soprattutto di risate sincere.
Poi una stupida bomba ha fatto saltare questi ricordi insieme ad una vita innocente, una studentessa come lo ero io alla sua età e come quelle che vedo ogni giorno nella classe in cui ora sono dall’ altra parte della barricata.
Ma il fatto scioccante non é tanto che mi sia stato sottratto un luogo della mia adolescenza, perché ogni volta che passerò di lí non potrò fare a meno di pensare alla tragedia di ieri; quanto piuttosto il fatto che sia stato violato un luogo sacro dove ogni giorno le famiglie mandano le gambe, le braccia e le menti che un giorno costruiranno il futuro del nostro paese.
Nessuno può rimanere indifferente di fronte a questo atto e le mobilitazioni di ieri su tutto il territorio nazionale sono state una conferma che l’Italia vera é quella delle piazze unite in un solo grido di dolore e di rabbia. Rabbia perché una giovane vita é stata spezzata e un’altra combatte tra la vita e la morte, rabbia perché é come se avessero messo una bomba nelle case di noi tutti. Rabbia perché, come ha ribadito Pietro Grasso, nessuno deve toccare i nostri ragazzi.



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