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I posti e le persone

Creato il 16 aprile 2011 da Selena
I viaggi mi fanno riflettere.
Soprattutto sulla condizione d'emigrante.
Perché prima di tutto essere emigranti é bello quando scegli di esserlo, diventa pesante quando non hai la possibilitá di tornare in patria se lo vuoi.
Perché é sempre una questione di possibilitá aperte.
Come una volta che l'ex storico mi disse che non si sarebbe mai sposato e neppure avrebbe generato figli. Certo, a 24 anni ero d'accordo, ma volevo l'opzione di scegliere, se cambi idea vuoi accanto qualcuno che ti appoggi, giusto? E quindi é finita, anche per altri motivi, naturalmente, ma se stai con qualcuno che ti pone dei limiti che non potranno mai cambiare non va bene.
Cosí per l'espatrio.
Se vai in un paese straniero, per scelta o casualitá, ci vivi bene finché questa é una libera scelta. Quando diventa un'imposizione inizi a viverlo male, ti senti in gabbia.
Cosí mi sento da tempo, in gabbia. In un posto bello, perché non lo nego, ma che non mi soddisfa.
Allora c'è chi pensa, chi dice, che le cose positive le devi sempre vedere, e che se vedi tutto negativo é perché questa negativitá é dentro di te.
Certo, i periodi negativi portano a vedere tutto nero. Ma ragionandoci mi sento di dire che se si vede tutto negativo, se ció che ci circonda non ci soddisfa, non é solo colpa nostra.
Puoi vivere in un paradiso, ma essere infelice. Perché?
Perché l'importante non é solo il luogo, ma anche chi ti circonda. Giá che l'essere umano ha bisogno dei suoi simili, che in solitudine non é facile vivere. É fattibile la solitudine, ma stanca. É come mangiar sempre pizza, no? La adori, la mangi tutti i giorni tre volte al giorno. Arriva il momento che ti nausea. Cosí la solitudine!
Lo voglio raccontare.
Quando ero in Italia, la scorsa settimana, presa da mille paranoie sulla questione dell'amicizia in Spagna, ho chiesto alle mie amiche italiane, persone che conosco da un minimo di 8 anni e che purtroppo vedo poco, ma con cui son sempre in contatto, se ci fosse qualcosa di sbagliato in me. Ho spiegato  loro che qui in Spagna non riuscivo a costruire dei rapporti d'amicizia seri e duraturi. Con stranieri, con spagnoli, soprattutto. E loro mi hanno rassicurato, brave amiche che sono, che non c'è niente di sbagliato in me. Certo, capisco che posso star sulle balle a qualcuno, che non a tutti posso risultare simpatica o interessante, ma che in un anno qui a Nerja non sia riuscita a trovar una persona con cui condividere le mie giornate mi sembra allucinante. Anzi, ho conosciuto cafoni tremendi, che evito appena posso...
Peró la questione é che con o senza cafoni, io fuori son sempre amabile ed educata. Le mie paranoie le sfogo in casa, tra le mie 4 mura, nel mio angolino.
Cosí che quando Buddha mi ha chiamato appena son partita per l'Italia dicendomi che un amico l'aveva invitato a pranzo il giorno dopo perché porello era solo, mi son girate parecchio.
Ma come, se é solo lo invitano a pranzo a casa loro, e se ci son io no??? Sempre la scusa del bimbo, immagino. Perché un bimbo agli occhi di certe persone é un essere abbominevole che fino ai 3 anni non puó essere capace di socializzare e partecipare ad incontri con altri adulti o minorenni.
O son io???
Mah, il commento che mi son sentita dire prima e dopo l'Italia é stato "poverino Buddha che sta solo 10 giorni!". Poverino una pippa!!! Buddha é stato solo 10 giorni, non ha fatto un tubo in casa (come mi aspettavo...), ha dormito, ha mangiato, si é riposato, é uscito...che voleva di piú??? E poverino, é solo, bisogna invitarlo fuori. Ma se ci son io no!
Cosí che torno dall'Italia e mi dico Sele, rilassati, fa male a te e a quella povera creatura che é tuo figlio, che se sei incazzata questo non dorme. Quindi respira. Da tanto respirare vado in iperventilazione...
Ieri Buddha lavorava, apertura di un bar, é stato fuori dalle 10 di mattina fino alle 21, per poi tornare un'ora, cambiarsi, e tornare al bar a lavorare. Bene, c'era quindi l'inaugurazione di sto bar. Che lui non mi dica di andarci non é un problema, certo, poteva anche accennarlo, ma sapendo che gli avrei detto di no posso tralasciare. Comunque alle 21 quando é venuto a casa Gabi dormiva, ed io non avevo certo intenzione d'uscire. Ma é una scelta mia.
I nostri conoscenti, perché ormai non ho neanche voglia di chiamarli amici, son andati all'inaugurazione. Ecco, vorrei sottolineare, giusto per metterci il ditino nella piaga, dirmelo? Chiedermi se ci andavo? Chiedermi se andavamo insieme? No, niente. Certo, ho un bimbo, non ho baby sitter né le nonne vicino, io son relegata a casa. Non puó essere una mia scelta, no, devo subire questa scelta.
Mi girano parecchio, ed oggi l'ho detto a Buddha, che chiaro, mi da la ragione.
Bravo....che risolviamo? Niente...
Come quando ero incinta, stessa storia. Non m'invitavano fuori perché avevo il pancione, perché non potevo bere o fumare, perché insomma le donne incinta non son le benvenute in certe situazioni sociali. E allora a casa ad annoiarmi!
Ho ricominciato ad avere delle paranoie.
Vedo di nuovo il posto che mi circonda bello ma senza interesse.
Ho la palle che girano costantemente.
Respiro, ma son anche stufa di respirare.
Vorrei, a volte, anzi, spesso, mandare a quel paese alcune persone.
Iniziando da sti conoscenti che sanno tutto loro, soprattutto quelli che non hanno figli e son i migliori a dirti come devi crescerli, quelli che ti criticano per parlargli in italiano perché lo rincretinisci, perché devi mettergli le scarpe, perché non lo rapi a zero, perché gli dai da mangiare cibo troppo sano, perché ha degli orari, e tutte quelle scemenze che ti chiedi se gliele inculcano fin da piccoli, se le sognano la notte, e magari ci pensano anche e son frutto di un attento ragionamento.
Spesso mi chiedo se son io la scema o son gli altri, peró il dubbio viene perché penso che se lo son gli altri son troppi, e se lo son io non é bello....
Insomma, non son depressa, né mi sto buttando giú, ho una forza interiore che fa paura, lo assicuro. Ma son stufa, la pazienza sta finendo, e quando finisce io son imprevedibile. Mi é successo altre volte, ed é quando ho stravolto tutta la mia vita. Ecco, dico solo questo, io avviso...
Ed é normale che il posto dove vivo non m'interessi, potrebbe essere un paradiso, ma non sento niente. E non mi si dica che un figlio lo cambia tutto, che ti fa vedere le cose diversamente.
Io guardo mio figlio, adoro guardarlo, adoro star con lui, adoro tutto quel che fa, ma continuo a veder ció che mi circonda con poco interesse, perché son stanca di questa situazione.

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