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Dopo le improvvise modifiche volute dall'esercito sulle modalita' di ingresso in Egitto da parte dei cittadini siriani che potevano entrare nel Paese senza visto, requisito ora necessario insieme a dei controlli specifici, i Siriani sono stati etichettati dai media egiziani come "terroristi".
Questo perche' molti di loro hanno partecipato ai sit in Pro Morsi e molti di loro sono stati trovati in possesso di armi.
Ovviamente queste non sono scusanti e giustificazioni ed e' incredibile che un presentatore si permetta di dire in diretta televisiva che i Siriani sono terroristi e quindi bisogna starne alla larga. Ed e' ancora piu' incredibile che perche' alcuni di loro siano in possesso di armi tutta la comunita' intera (che solo al Cairo conta 92.367 presenze ) sia targhettata in questa maniera.
Ma si sa, ora la televisione dice solo quello che vuole (ne parlammo qui).
Sembra che queste uscite poco gentili stiano avendo ripercussioni anche nella quotidianeita' e sono stati denunciati casi di bambini Siriani rifiutati dalle scuole egiziane ed un aereo intero reinviato a destinazione perche' i viaggiatori sprovvisti di visto di ingresso.
Sono tornata da una mezz'oretta dal Carrefour (e' l'una di notte mentre vi scrivo) dove ero andata sola a fare la spesa (nel bel mezzo della guerra civile naturalmente :) ) ed ho assistito ad una scena che vorrei condividere con voi.
Alla cassa, il signore prima di me sulla sessantina e con due bimbe posava le sue cose sul nastro quando il cassiere gli chiede gentilmente di dove e'. Il Signore risponde "Halab" che in arabo significa Aleppo. Poi aggiunge abbassando gli occhi "in questi giorni pero' preferisco non dirlo". Il ragazzo della cassa, un giovanotto di vent'anni gli risponde con un sorriso a 32 denti "Perche' signore? non deve badare assolutamente a cio' che dicono i media, quelli esagerano sempre". E il Siriano "sicuramente si, ma se fossimo in Siria ed un presentatore dicesse in tv che tutti i siriani sono terrorsti e dovete starne alla larga non sareste felici no?" Il ragazzo annuisce e gli spiega che a quelli non gli da retta nessuno, e che i Siriani sono nostri fratelli. Il Siriano continua dicendo che "se il mio Paese fosse quello di prima io non sarei certamente qui, ma l'Egitto lo amiamo e cosi' il suo popolo" Il ragazzo continua con le tipiche smancerie arabe "anche voi siete nostri fratelli".."questa e' casa vostra".."siete sempre i benvenuti"..Si aggiunge alla conversazione il signore dietro di mecon tipici convenevoli locali. Alla fine il Siriano ringrazia e dice al cassiere "Come ti chiami ragazzo?" e lui risponde "Mohammed" ed il Siriano "Mohammed spero che le generazioni giovani siano intelligenti come te. La prossima volta che verro' qui ti cerchero' tra le casse" . Mohammed l'ha ringraziato gentilmente abbassando lo sguardo.
Speriamo davvero che come Mohammed siano tantissimi qui in Egitto e che i media non distruggano anche quell' umanita' che ancora regna nei cuori di tanti egiziani
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