Il lockout non solo non finisce negli USA, ma colpisce anche l’Europa. Il campionato greco infatti non partirà questo venerdì come da programma per una serrata del tutto simile a quella NBA. Le squadre si rifiutano di giocare fino a che non verrà stipulato un nuovo contratto televisivo; anche in questo caso lo sciopero è a tempo indeterminato e la soluzione non appare vicina.
Delle 13 squadre che compongono la massima serie ellenica, 7 hanno votato a favore della serrata, 4 contro, una ha lasciato scheda bianca ed una era assente. Le big come Panathinaikos e Olympiacos vogliono giocare: problemi di soldi ne hanno relativamente, e l’incombente inizio dell’Eurolega suggerirebbe di arrivare già con almeno una partita sulle gambe. Pavlos Giannakopoulos, presidente del Pana, ha addirittura proposto, ma sarebbe meglio dire minacciato, di lasciare il campionato nazionale iscrivendo la squadra alla Adriatic League, torneo internazionale che coinvolge squadre di sei paesi diversi tra cui Maccabi Tel Aviv, Cibona, Partizan e Stella Rossa.
La vittoria del Panathinaikos nell’ultima Eurolega si contrappone alla situazione generale. Già un paio di stagioni fa il campionato greco si era fermato: quella volta furono i giocatori a volere maggiori garanzie, e la lega impose alle squadre di dover dare delle garanzie economiche; poche settimane fa il glorioso Panellinios, uno dei più antichi club del continente (nato nel 1929), è stato retrocesso dal Comitato degli Sport Professionistici, ed ora ripartirà dalle serie minori. Il glorioso basket greco sta attraversando un periodo veramente nero, parallelamente al resto della nazione. Sono situazioni che fanno riflettere: la crisi sta colpendo tutto il mondo ed anche lo sport purtroppo non può essere risparmiato.