Due anni fa, nel marzo del 2009, il quotidiano Avvenire ha intervistato il biologo darwinista Francisco J. Ayala, punta di diamante della comunità scientifica mondiale. Docente all’University of California, presidente del Consiglio dell’American Association for the Advancement of Science e membro delle principali Università del mondo: l’United States National Academy of Sciences, l’American Academy of Arts and Sciences, l’American Philosophical Society, la Russian Academy of Sciences, l’Accademia Nazionale dei Lincei di Roma, la Spanish Royal Academy of Sciences, la Mexican Academy of Sciences ecc. Ha vinto un’infinità di premi scientifici, su tutti la National Medal of Science e il prestigioso premio Templeton, assegnato per lavori riguardanti tematiche religiose e spirituali. Riportiamo solo alcuni spunti della bella intervista.
NON C’E’ BISOGNO DELL’IDEOLOGIA DEL DARWINISMO O NEODARWINISMO. Lo scienziato mette subito in chiaro le cose: «Noi scienziati parliamo di Darwin, non di darwinismo né di neodarwinismo. Queste ideologie sono fuori della scienza». Parlando del grande naturalista, dice: «Darwin ha scoperto la selezione naturale. Per lui l’evoluzione era un fatto evidente ma occorreva trovare la legge naturale che la spiegasse. Nel 1938 scrive nel suo diario: ‘Ho trovato la chiave: è la selezione naturale’». Accennando alle critiche alla selezione naturale circa la capacità di spiegare la formazione di alcuni organi, Ayala risponde: «Noi dimostriamo che si può spiegare benissimo. Un organismo, quando trova beneficio a disporre di un occhio più completo, si migliora, riceve mutazioni favorevoli che vanno a vantaggio della specie. Al tempo di Darwin molti scienziati accettavano l’evoluzione, come processo graduale di autoformazione, di cambiamento generale. Ma Darwin dimostra che il cambiamento avviene in modo diverso: alcune cose cambiano e altre no, una cambia prima e una cambia dopo. Il processo non è graduale, la selezione naturale dipende dalle variazioni ereditarie e dall’ambiente».
«SCIENZA E FEDE SONO CONCILIABILI». Essendo un biologo cattolico (ha anche intrapreso per un periodo la carriera religiosa), l’argomento si sposta inetivabilmente sul dialogo tra scienza e fede. «Si deve fare distinzione fra cose che non sappiamo e cose che come scienziati non sapremo mai. Per esempio, scienza e fede trattano di cose distinte. La scienza spiega i processi naturali con leggi naturali. La religione tratta invece del significato della vita e del nostro rapporto con Dio. La scienza non ha nulla da dire sulla creazione del mondo. Come non pochi scienziati, ritengo conciliabili scienza e fede».
«DIO CREA CONTINUAMENTE». Non è comunque d’accordo con il movimento dell’I.D.: «Al “disegno intelligente”, muovo un’obiezione: i seguaci di questo movimento considerano la creazione come un evento completo e già concluso, e con ciò finiscono per attribuire al Creatore i difetti del corpo umano. La mandibola non è sufficientemente grande per i nostri denti, il canale attraverso il quale deve passare il bambino, nel momento in cui nasce, è troppo stretto per la sua testa; il sistema riproduttivo umano non è perfetto, al punto che il 20% delle gravidanze si conclude in un aborto spontaneo nei primi due mesi». Conclude infine citando i teologi quando parlando di «creatio continua»: «Dio sta creando continuamente, ma attraverso le leggi naturali. E Darwin e la teoria della selezione naturale non implicano materialimo metafisico, non negano l’esistenza di Dio, né i valori spirituali e morali».