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Il brand e il mistero-uomo

Da Marcofre

Prima di essere un brand, un prodotto è un prodotto. Nient’altro. Dopo (e questo dopo non è certo inevitabile, né arriva all’improvviso), muta la propria natura e diventa appunto un elemento che la gente riconosce al volo. Verso il quale ogni persona ha una reazione. Spesso di fastidio, addirittura di repulsione o odio.
O di simpatia sfrenata.

 

  • Coca Cola
  • Google
  • Thun
  • Apple
  • Ferrari

 

Questi, e altri brand non solo offrono qualità, ma (così dicono gli esperti) emozioni. Non sono prodotti come gli altri, ma possiedono una identità così spiccata, che ogni essere umano sa bene che cosa rappresentino. Ha senso parlare di questo, e di ehm… libri? E di libri che hanno l’ambizione di essere qualcosa di più di un semplice momento di svago?

Proviamo a ragionare.
I libri sono prodotti (ehi, vedo che qualcuno già si sente male; ci sono i primi svenimenti), e a prima vista sono tutti uguali. Contengono storie; parole. Paragrafi e capitoli.

Ci sono però dei libri che pur avendo queste caratteristiche, comuni a tutti gli altri, sono capaci di innescare una reazione bizzarra in chi li legge. Perché in teoria non dovrebbe produrre quello che poi si verifica. La teoria (ma anche tanta pratica) dice più o meno di fornire al mercato quello che vuole, e basta.

Poi arriva sempre qualcuno che volta le spalle al mercato, se ne infischia allegramente insomma, eppure viene premiato (succede anche di non essere premiati, ma fa parte del gioco. Non ci sono regole, né leggi).

Come nasce il brand Tolstoj? (Altri svenimenti, vedo). Innanzitutto nasce in un periodo storico nel quale scrittura e pubblicazione (e lettura), era un affare per pochi.

Adesso (soprattutto la scrittura) viene praticata da tutti.

Poi aveva un talento smisurato, che non solo gli permetteva di scrivere (pure quello lo fanno tutti: lo faccio pure io). Ma la sua scrittura era arte, e arte vuol dire scrivere qualcosa di efficace e di valore. E lui faceva arte.

Il brand non è solo fare quello che fanno tutti; ma farlo meglio perché si è scoperto che dietro uno schermo, oltre lo scaffale del supermercato, esiste il mistero uomo.
E si va a caccia di quello…

 


 

Prima la storia, poi il lettore


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