La fecondazione eterologa sarà a carico del Sistema Sanitario Nazionale: è quanto emerge da un discorso che il ministro della salute Beatrice Lorenzin ha effettuato in audizione in commissione Affari sociali alla Camera.
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Mentre si attende ancora che tutti i centri, pubblici e privati, siano pronti per partire con la fecondazione assistita eterologa che fino al 9 aprile era vietata nel nostro paese, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin continua ad insistere sull’importanza di un decreto legge che garantisca ai centri l’opportunità di rispettare delle norme ben precise in merito alla tanto discussa fecondazione eterologa.
Tra i vari punti che emergono dal discorso del Ministro, si parla della possibilità che le procedure di fecondazione eterologa possano essere appoggiate da un fondo sanitario nazionale che garantisca l’opportunità di accedere a questo tipo di fecondazione anche nei centri pubblici.
Sia i centri sanitari pubblici che quelli privati dovranno essere in condizioni di affrontare, sia a livello operativo, sia a livello sanitario, sia dal punto di vista organizzativo ed economico, le procedure di fecondazione assistita seguendo specifiche regole contenute nelle linee guida per la fecondazione eterologa.
Nel corso del suo intervento, il ministro della Salute ha chiarito alcuni punti, ricordando che la donazione dei gameti sarà da intendersi volontaria e gratuita, e che, pertanto, i donatori non potranno ricevere alcuna forma di pagamento, diretta o indiretta. Importante, però, è stabilire un rimborso di spese effettive e permessi lavorativi, “così come va tenuto conto dei costi vivi della donazione, ad esclusione del pagamento del donatore: per tutti questi aspetti si può far riferimento al modello già esistente per donatori di quello che è comunemente chiamato midollo osseo“.
Su un tema così importante come quello della fecondazione assistita vi sono ancora molti dubbi e perplessità: sono tantissime le coppie che, dal giorno della sentenza della Corte (9 aprile 2014) attendono di poter finalmente coronare il loro sogno di avere dei figli senza ricorrere a costosi ed impegnativi viaggi all’estero, alimentando il cosiddetto turismo riproduttivo. Ma mentre i giudici della Corte continuano a sostenere che non vi è alcun vuoto normativo che vieta la fecondazione eterologa in Italia, il ministro della Salute insiste: “il Decreto legge è necessario”.