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Il Vaticano e la giustizia sociale

Creato il 25 ottobre 2011 da Cortese_m @cortese_m
Il Vaticano e la giustizia socialeIl Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, organo autorevole della Curia Romana, in questi giorni ha reso nota la sua posizione sulla situazione finanziaria e sociale mondiale, in questo momento di difficoltà estrema per gran parte del globo.
Il documento “Per una riforma del sistema finanziario e monetario internazionale nella prospettiva di un’autorità pubblica a competenza universale”, è in effetti un’analisi molto dettagliata e approfondita di quanto si sta verificando a livello mondiale, di quanto la finanza abbia condizionato la vita di milioni di persone, anche di chi non si è mai occupato né di economia, né si trova nelle condizioni socio-culturali per capire gli avvenimenti che stanno mutando il mondo ed i rapporti di forza all’interno di esso.
E’ senz’altro condivisibile che la crisi economica e finanziaria che sta attraversando il mondo richiama, popoli e individui, ad un profondo discernimento dei principi e dei valori che sono alla base della convivenza sociale, e ciò deve far riflettere gli “operatori” delle Istituzioni, degli Stati, sulle cause e sulle soluzioni di natura politica, economica e tecnica.
Il nostro cammino nel mondo subisce senza dubbio dei mutamenti dovuti alle situazioni contingenti che quasi quotidianamente mutano, imponendo a tutti di adeguarsi, trovando nuove forme di impegno, e puntando sulle esperienze positive.
In questa chiave la “visione Vaticana”, pur nel rispetto delle competenze delle autorità civili e politiche, intende dar forza, facendole proprie, alle preoccupazioni dei popoli che soffrono il prezzo della situazione attuale, chiedendo una riforma del sistema finanziario e monetario internazionale nella prospettiva di un’autorità pubblica a competenza universale.
La Chiesa vuole offrire un contributo a tutti i responsabili della terra ma anche agli uomini di buona volontà, quale gesto di responsabilità nei confronti delle generazioni presenti, ma soprattutto di quelle future affinché rimanga viva la speranza di un futuro migliore.
La speranza è ciò che più manca ai giovani, e senza la speranza i giovani rischiano di perdersi…
Rimango molto colpito da queste riflessioni che faccio mie, e apprezzo l’interessamento quando non invasivo da parte dell’autorità religiosa nei confronti di quella civile, anche se mi piacerebbe che alla teoria enunciata facesse seguito anche la pratica, quell’etica dei comportamenti che spesso la Chiesa ha mal conciliato con i principi generali.
Auspico che da parte dei governanti mondiali possa esserci una prevalenza di quei valori universali, di buon senso – del buon padre di famiglia – che al di là del credo religioso possano interpretare questo messaggio, e quelli che arrivano dalla società civile e dai popoli, affinché si possa ritrovare quella speranza nei mezzi intrinseci dell’uomo per ritornare a quella primitiva speranza che alimenta la vita.
nanni

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