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La situazione nel mio quartiere e' tranquilla anche se ci hanno detto che a 10 minuti da casa nostra, nella zona di Maadi Araba, i giorni scorsi gruppi dei sostenitori dei Fratelli (non) Musulmani avevano provato a montare un palco per un nuovo sit in. Naturalmente il loro progetto e' andato in fumo e le forze dell'ordine sono intervenute a sgomberare la zona.
Devo essere sicera, , mi sentivo in colpa a stare al mare mentre i miei connazionali morivano per le strade, si uccidevano e si uccidono a vicenda, in un tornado di violenza inaudite. Sopratutto stare fuori dal Cairo non ti permette di sentire nel vivo quello che accade, anche se non sotto casa tua.
Quello che e' successo in questi giorni e' qualcosa di indefinibile.
Mai e poi mai avrei immaginato di vedere scene, immagini, video come quelli passati dalla tv e dalla rete.
Siamo ad un punto di non ritorno, cruciale, stiamo sprofondando.
L'odio, la rabbia, la violenza, sono esplosi in maniera irreparabile.
E mentre la tv di stato mette in un angolo dello schermo la bandiera egiziana con su scritto "L'Egitto combatte contro il terrorismo", gli egiziani pro Morsi e contro il Colpo di Stato cambiano il loro profilo fb con l'immagine di 4 dita a significare Rabaa, il nome della Piazza sgomberata da cui e' iniziato il turbine di violenza (ne parlammo qui).
Sono 700 circa le vittime fino ad oggi, di cui 63 appartenenti alle forze dell'ordine.
I feriti non si contano piu' e gli arrestati tra i sostenitori di Morsi sono piu' di 1000.
50 le chiese distrutte o bruciate, 25 i commissariati dati a fuoco, case e negozi di cristiani continuano a bruciare e con loro case, negozi ed auto anche di cittadini musulmani.
La violenza non guarda in faccia a nessuno e sopratutto non ha religione.
La Chiesa invita i cittadini musulmani a non formare cordoni di protezione davanti i luoghi di culto rischiando cosi' la propria vita, affermando che "Le chiese si ricostruiscono, le persone no."
Allo sgombero e' seguito il "Venerdi' della rabbia", denominato cosi' per richiamare l'attenzione alla Rivoluzione del 2011 ed il 28 Gennaio, l'allora "Venerdi' della Rabbia" (ne parlammo qui).
Ma quello che e' accaduto non puo' essere paragonato alla Rivoluzione, ma bensi' ad un massacro.
Un massacro perpetrato da entrambe le parti, da 2 fazioni distinte che puntano sulla stessa identica cosa: il potere in Egitto.
E se i sostenitori di Morsi, finora li avevo quasi sostenuti, capiti ed a volte giustificati, ora non li capisco piu', non li giustifico e non li sostengo.
Perche' una cosa e' un sit in, una cosa e' una marcia armata.
Una cosa e' manifestare, un'altra e' uccidere.
Scioccanti le immagini delle marce di ieri in giro per il Cairo, con partecipanti che gridano alzando fucili e pistole, distaccandosi dalle marcie per mettersi a sparare dai ponti dritto alle finestre di famiglie impaurite dentro casa.
Ed ancora partecipanti alle marce che sparano da un minareto.
Da un luogo di culto, una moschea. Loro, che pregano 5 volte al giorno con tanto di segno in fronte, usano un minareto per sparare alle forze dell'ordine.
E le forze dell'ordine che uccidono, sparano ad altezza d'uomo, indistintamente tra la folla, uccidendo anche chi non c'entra. Impedendo alle ambulanze di arrivare per tempo mentre l'esercito arresta perfino i medici che prestano soccorso ai feriti.
Sono 50 finora i medici arrestati e 20 quelli uccisi.
Gran parte dell'Egitto e' in subbuglio. A Ismaleya incredibilile immagini di un ragazzo che si mette a braccia aperte davanti un carro armato e viene colpito allo stomaco da un proiettile sparato dall'esercito, ed e' sconvolgente il video di un tassista ucciso dai manifestanti pro Morsi durante una marcia ad Alessandria d'Egitto.
Tutti sono assassini, tutti sono causa e conseguenza di cio' che questo Paese sta vivendo dal 14 Agosto scorso, dallo sgombero di Rabaa.
Dopo l'avviso del governo di non creare altri sit in, i Fratelli (non) Musulmani, cocciutamente ci hanno riprovato, occupando la Moschea di Fatah a Ramsees, al Cairo, insediandosi all'interno da ieri, con donne e bambini, nella speranza di costruire una seconda Rabaa e di attirare ancora le attenzioni mondiali.
Dopo una nottata ed una mezza giornata all'interno, circondati dalle forze dell'ordine e dall'esercito, quest'ultimo intervenuto per impedire ai residenti inferociti di entrare e catturare i pro Morsi, il sit in provvisorio e' stato sgomberato.
Dalla Moschea di Fatah, dal minareto, i Fratelli (non) Musulmani hanno sparato alle forze dell'ordine e mi chiedo come si fa, come si puo' usare un luogo di culto cosi', in questa maniera.
E perche' le donne continuano a portarsi dietro i bambini, mettendo a rischio queste creature innocenti?
Quello che vedo mi spaventa enormemente.
Un Popolo diviso per sempre, gente che si uccide per il potere, manifestanti che non sono piu' manifestanti, forze dell'ordine che non sono piu' forze dell'ordine.
Dove ci portera' tutto questo?
Cos'altro puo' accadere? Come puo' peggiorare la situazione?
Nessuno puo' prevederlo.
Il governo egiziano ha espulso l'Ambascitore turco e l'Ambasciatore dell'Equador.
Erdogan richiede infatti un intervento esterno a protezione della fratellanza mentre l'Unione Europa sta per riunirsi per discutere della situazione.
Il portavoce del gruppo di Salvezza Nazionale ha lasciato la sua posizione perche' contrario al supporto del gruppo al massacro dell'Esercito sui civili e la Terza Piazza, quella che manifesta a Mohandessin e che e' contro lo SCAF e contro Morsi, in un comunicato condanna fortemente l'uso della forza da parte dell'esercito affermando che la repressione ed i metodi ricordano il regime di Moubarak.
L'America cancella le esercitazioni militari congiunte, e l'Arabia Saudita offre i suoi "tesori" all'Egitto.
In un discorso alla nazione, il Re saudita Abdullah, ha detto che L'Arabia non lascera' l'Egitto da solo e che esso puo' contare su l'Arabia e che le casse reali sono aperte a sostegno del Popolo egiziano nella sua lotta contro il terrorismo.
Discorso inquietante visto che proprio l'Arabia Saudita e' tra i maggiori sostenitori del terrorismo che sta distruggendo la Siria.
Intanto Al Sisi viene definito "un eroe nazionale per tutti gli Ebrei" dall'Ambascitore israeliano al Cairo e Morsi il "Nelson Mandel del mondo arabo" dal Premio Nobel per la Pace Tawkool.
Molti dei corpi delle vittime degli scontri di questi giorni sono "bloccati" negli obitori degli ospedali in vari punti del Cairo. Incredibile la routine burocratica che devono eseguire i famigliari per poter ritirare le salme.
Un'attrice egiziana, Liqaa Swidan, denuncia in diretta televisiva come l'amministrazione ospedaliera di Kasr el Ain, ospedale dove si trova il corpo di suo fratello ucciso da un cecchino metre riprendeva una marcia dal balcone di casa, le abbia proposto di firmare una dichiarazione in cui si afferma che il ragazzo si e' suicidato.
Se lei o i suoi famigliari firmassero questa dichiarazione, potrebbero prendere il corpo in meno di un'ora, mentre al momento giace in obitorio da 2 giorni insieme a centinaia di altri corpi (video in lingua araba qui).
L'Ambasciata italiana continua ad inviare messaggi ogni giorno, ricordando ai cittadini di attenersi agli orari del coprifuoco, che sono dalle 19 alle 7 del mattino, in ben 12 governatorati egiziani.
Sharm el Sheik e' stata eliminata dalla lista, per permettere ai turisti di godersi le loro vacanze.
E mentre sul Mar rosso c'e' chi ancora riesce a divertirsi, il Cairo ed altre citta' egiziane si preparano ad altri 5 giorni di marce, indette dai Fratelli (non) Musulmani.
Domani le banche apriranno per sole 3 ore per permettere ai cittadini di ritirare liquidi e gia' immagino le file interminabili davanti le casse.
Moltissimi negozi rispettano il coprifuoco, cosi' come i mezzi pubblici e la metropolitana, pero' molta gente continua ad uscire la sera nel proprio quartiere senza problemi.
Le Piazze che si sono bagnate di sangue i giorni scorsi sono vuote ora e le uniche presenze sono i militari ed i carri armati.
Il Primo Ministro ha dato 2 giorni fa il permesso di sparare sulla folla se necessario e le forze dell'ordine non hanno perso tempo. Sono 180 quasi le vittime tra ieri ed oggi in tutto l'Egitto.
Tra loro anche il figlio della guida spirituale dei Fratelli (non) Musulmani, Badia, di 38 anni.
Speriamo e preghiamo che i prossimi giorni in Egitto siano meno violenti, ci siano meno vittime e meno sangue.
Anche se so che non e' possibile, continuo a sperare.
Finisco questo post citando uno dei pilastri della Shari'a Islamica, che dedico profondamente ai Fratelli (non) Musulmani
"Se el fetna (scontri che sconvologono la sicurezza) e' la conseguenza di atti volti al raggiungimento di un obiettivo, anche tra i piu' nobili, allora abbandona l'obiettivo"
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