Sorbetteria di via Castiglione, Bologna
Pigro pomeriggio del Luglio bolognese. Ho appena fatto tappa alla Sorbetteria di via Castiglione, una cosa che faccio sempre quando torno a Bologna, che quello non è un gelato è una poesia fatta cialda, dove mi sono fatta largo tra un gruppo di francesi in piena gelatomania. Che sta diventando famosa la Sorbetteria, da quando figura sulla Lonely Planet è sempre piena di turisti. Buongustai...
In preda al ricordo dolce-amaro della fatica fatta per superare quell’esame, svolto in via Cartolerie rispondendo all'impulso di passare in pellegrinaggio davanti al Dipartimento di Filologia Romanza. Sospiro mentre ricordo con orrore la buonanima del professor Elio Melli che pretendeva che tutte le matricole dessero il suo esame per primo. Anzi voleva che fosse il primo del primo anno della prima sessione, che diceva che fosse propedeutico. Propedeutico a che poi non l’ho mai capito, che le lingue romanze sono venute dopo il Latino e comunque io avevo fatto il professionale e Latino dovevo prima impararlo almeno un po’… E comunque ho aspettato che lui andasse in pensione per darlo con il nuovo professore. Comunque.
Grida sguaiate mi riscuotono dal mio daydreaming. Un piccoletto ben vestito seduto ad un tavolino di un baretto sotto al portico sta strillando a squarciagola non so bene a chi “Vinciamo e vinceremo! Lo diceva il Duce. Forza Inter, forza Mussolini!!” Ha gli occhiali di plastica rossi ed è pelato: un grottesco Danny de Vito locale. Mi si piazza davanti bloccandomi il passo continuando a strillare ‘Forza Mussolini’ con quegli occhietti suini nascosti dietro le lenti spesse. Lui continua e mi trattengo a stento dallo stampargli il gelato su quel faccione rotondo che il cioccolato della Sorbetteria è troppo buono per sprecarlo in questo modo. Così mi limito a mandarlo a fanculo e proseguo la mia passeggiata. Con buona pace del Duce e dell'Inter. Brutta cosa il caldo.