Quindi non c’è niente da fare, forse. Parlo dell’informazione. Non ho mai creduto troppo alle lotte per la libertà di stampa in era berlusconiana perchè, specie negli ultimi anni, il punto era lo sputtamento del più forte, che ci sta, ma così facendo si è finito con l’eclissare il racconto del paese che Berlusconi ha messo in piedi, cioè in ginocchio… sui ceci… con una cassa di cambiali sulle spalle… un televisore dinnanzi agli occhi… etc etc. Così è accaduto che ogni stronzo che in 20 anni ha pubblicato una mezza intercettazione o ha trovato un soprannome simpatico a un parlamentare PDL, oggi diventa credibile. Tutto d’un tratto mandato Silvio a far crociere, l’informazione si autodescrive come liberata, liberatoria e… anche compassionevole verso i compagni che hanno sbagliato, i Ferrara, i Sallusti, i Feltri. Non sto invocando epurazioni ma piuttosto depurazioni, per rendere chiara l’acqua sotterranea su cui galleggiamo, noi, il popolo d’informati dagli informatori. Già, perchè, tolto di mezzo per un po’ Berlusconi, il paese con le sue innumerevoli ingiustizie e abusi di potere è rimasto intatto e gl’informatori hanno deciso di difenderlo così com’è, com’era, come sarà (?). Questa è solo sudditanza della stampa nei confronti di chiunque abbia un conto in banca superiore a quello di un medio direttore di giornale. Tutto lì, e quindi si pubblica che Marchionne garantisce che la Fiat resterà in Italia come si trattasse di un favore, che le tette di Kate devono essere inviolabili come quelle di Madre Teresa di Calcutta, che il Governo non può costituirsi parte civile contro i complici istituzionali della Mafia perchè sennò prenderebbe posizione. Prendere posizione. Appunto! E’ necessario che questa gente prenda posizione, da Repubblica al Corriere sino all’ultimo dei blogger del cazzo. State con Ingroia o con Mori, Mancino e Mannino? State con Marchionne o con i lavoratori ? Ma è inutile chiederlo, ti diranno che la situazione è troppo complessa e che tu sei un qualunquista a scrivere, dire, pensare queste robe. “Quindi? Disordina.it… che cazzo proponi? Forse… di smettere di leggerli? Fai il grillino?” No, propongo di smettere di leggerli come quando Silvio c’era e di cominciare a usarli per fare una cosa molto semplice: cercare il legame semantico tra ogni singola parola pubblicata e il buco di culo del potente che quella parola cerca di difendere. Perchè quella battaglia per la libertà di stampa di quest’ultimi anni aveva come presupposto una parola sbagliata; l’imparzialità, che è solo un vocabolo che serve a reggere l’aureola di chi occulta il sostrato di melma galleggaiante su cui ancora naviga questo paese. Ed è per questo motivo che gli informatori italiani prendono posizione solo quando la battaglia sotterranea è terminata. E’ in quel momento che sbucano fuori operosi per aiutare i vincitori a sotterar cadaveri.
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