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Insonnia da presente e da futuro

Creato il 10 luglio 2012 da Controcornice
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Insonnia da presente e da futuro

Posted on 10 luglio 2012 by Insonnia da presente e da futuro

Insonnia da presente e da futuroSono sicura che succede a tanti in questo periodo, ma quando mi capita, onestamente mi sento davvero sola. Non riesco a consolarmi all’idea che, in quel preciso momento, la stessa cosa stia succedendo in tante altre case. D’altra parte non  ho la possibilità di contattare nessuno di loro, di parlarci e confrontarmi. Sono certa  che due chiacchiere allenterebbero la morsa allo stomaco, ma non esiste, almeno per ora, una maniera di entrare in comunicazione, nel cuore della notte.  Infatti è proprio in questo momento della giornata che mi capita, quando non riesco a dormire.

Mi giro e rigiro nel letto, come una frittella immersa nell’olio bollente.   I pensieri  si rincorrono nella testa, seguendo una logica infernale, che sembra avere  come obiettivo quello di non farmi riposare.  Sebbene mi senta stanca ed esausta, non riesco a rilassarmi. 

Allora inizio a rimuginare sugli eventi: il punto di partenza può essere qualunque cosa. Una informazione letta sul giornale, una telefonata con un amico che ha perso il lavoro, una notizia non proprio rassicurante da parte della mia azienda. Dopo di che inizio a fare considerazioni sui massimi sistemi:  la crisi, i cambiamenti nel mondo del lavoro, la precarietà della vita, la retromarcia sociale, le conseguenze che una crisi economica di solito precede, la guerra.  Di solito, a questo punto  dei pensieri sono ufficialmente sveglia e non vedo alcuna possibilità di riaddormentarmi a breve.

Decido di alzarmi a bere un bicchier d’acqua. Vado in bagno e mi sciacquo il viso, tanto per raffreddare la fronte sudata e, magari, anche i cattivi pensieri.  Ma  il senso di angoscia è li e non se ne vuole andare.

‘Va bene, mi dico, non c’è altro modo di affrontare la nottata se non facendo i conti con questa sensazione.’

Sconvolgere gli equilibri, personali e di una Nazione crea proprio questi effetti. C’è chi reagisce togliendosi la vita, chi si affligge la notte per lavorare sempre più stremato e terrorizzato di giorno. Chi alla fine se ne fa una ragione ma ingoia rabbia e frustrazione.   La tv fa propaganda raccontando storie di chi, con la crisi, ha colto l’occasione di cambiare vita. Oppure ci ricorda che, popolo rammollito, ci sono tanti mestieri  disponibili, ma  siamo noi che non vogliamo più farli. Ci sono persone da curare e badare. Figli da crescere. Magari a casa lei può restare, dando a lui la possibilità di lavorare.  Ma poi lavorare per quanto?  E per cosa?

Quello per cui si lavora viene sprecato e disperso: sicuramente  non torna indietro sottoforma di servizi. L’economia pubblica è proprio come le strade del nostro Paese: piena di buche e di crepe, con un asfalto così scadente che alla prima pioggia viene via,  aprendo nuove falle nel sistema (viario)!

In questo periodo poi, ad affollare le notti insonni ci pensano anche i nuovi demoni. Non bastavano quelli che hanno cercato di infilarci nel cervello da piccoli: servono nuovi spauracchi per comportarsi bene. Per questo è stato sostituito a corna e forcone, il demone dello Spread!  Se facciamo i cattivi e non paghiamo e mettiamo ansia ai mercati, lo Spread si alza minaccioso!

Ma si può vivere così?

Allora mi chiedo cosa succederebbe se uscissi dalla ruota del criceto?  Se facessi anche io la mia piccola spending review? Se mi accorgessi che in questo pasticcio ci sono finita per colpa della smania del consumo e della perdita di valori e che quello che mi serve è molto meno di quello che mi si spinge a comprare?  Cosa mi farebbe lo Spread se iniziassi a ragionare con la mia testa, smettendola di farmi influenzare da una televisione narcotizzante e mi chiedessi SEMPRE il perché delle cose, cercando di formarmi un’opinione su quello che accade, senza permettere ad estranei di pensare per me?

Se fossi contenta di quello che sono , con il mio aspetto e i vestiti che ho, cosa succederebbe?

Se la socialità la potessi vivere uscendo per strada o incontrando le persone a costo zero, che fine farei?

Se quando mi sento così sola nel cuore della notte, avessi davvero qualcuno da contattare, forse la mia angoscia diminuirebbe e mi sentirei meno ansiosa e più forte. Abbastanza da combattere i miei demoni e trovare, il mattino seguente, nuove idee e nuova spinta per dare una direzione diversa alla mia vita.

Pensandoci quello che mi serve è molto semplice.  Mi serve un modo di smettere di sentirmi impotente  per iniziare a cercare le azioni da intraprendere , rimboccandomi le maniche, per avere la tranquillità che mi farebbe dormire tranquilla.

Certo se lo potessi fare insieme a tutto il popolo degli insonni, sarebbe grandioso!

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