Troppo bello per essere vero, e anche troppo anomalo: un politico giovane e simpatico a sinistra (a sinistra?) che però parla come fosse un politico di destra. Dice cose di destra e infiamma i cuori di destra. Insomma, l’uomo perfetto per chi davvero vuole opporsi alla marmaglia del centrosinistra ed evitare che il paese venga consegnato ai “distruttori”.
Ammetto che c’è stato un periodo in cui ci sono cascato pure io. Eppure ora mi pongo la domanda: non puzza di bruciato questa storia? Matteo Renzi sembra davvero l’uomo giusto, ma in questo caso nel posto sbagliato: il centrosinistra, il PD, il partito democratico. Il partito degli ex-post-tali-comunisti, che a dispetto dei mille nomi e i mille maquillage, restano sempre comunisti, non tanto nei simboli e nel Capitale, quanto nella mentalità e nell’approccio ai problemi sociali.
Io dico di sì. C’è puzza di bruciato e c’è anche il fumo: il fumo che la sinistra – con Matteo Renzi – cerca di gettare sugli occhi degli elettori di centrodestra, orfani di politici di rilievo che non sia il quasi ottuagenario Cavaliere. Ed è sintomatico (e pericoloso) che i giovani di destra non si riconoscano in nessuno dei “giovani” piddiellini, ammesso ce ne siano, e guardino a Renzi come al nuovo idolo politico da seguire.
La verità è che Renzi è sì il nuovo, ma il nuovo Pifferaio di Hamelin, e il popolo di centrodestra è il branco di topi, vittime del suo ammaliante suon di zufolo, oltre il quale non c’è nulla se non la morte per annegamento elettorale. Chi ritiene davvero che egli – giovane e bello (‘nzomma) – sia il nuovo Berlusconi che riscatterà il centrodestra da anni di malainformazione e sputtanamento costante, rischia di prendere una grossa cantonata.
Per carità! Con questo post, non voglio difendere Bersani, uno dei politici più insignificanti della storia post-comunista. Però è chiaro che se mai dovesse vincere Renzi, prima le primarie e poi le elezioni, l’unica soluzione per il governo dell’Italia sarebbe l’ennesimo governissimo in cui ci stanno tutti e di più: da Casini, a Fini, fino ad alcune frange democristiane del PDL e del PD. Perché Renzi, in fin dei conti, è un democristiano, un uomo che proviene dall’ambiente in cui è nata la filosofia degli inciuci elettorali, dei compromessi e delle politiche dei due e tre forni. La verità è che Renzi è figlio di Casini, più che di Bersani e ancor meno di Berlusconi.
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Niente destra dunque, ma solo propaganda elettorale, a tutto vantaggio del centrosinistra e dell’anomalo “berlusconismo” renziano. Anche perché se Renzi fosse stato (o fosse) di destra e si sentisse in reale sintonia con il centrodestra e il suo popolo, non credete che ora correrebbe al fianco di Berlusconi o di Giorgia Meloni? E non credete che parteciperebbe ad Atreju, la kermesse dei giovani del PDL, anziché punzecchiare Bersani alle convention del Partito Democratico?
La risposta la sapete da voi. Dunque perché seguire il Pifferaio Magico verso l’unico destino che egli può promettere al popolo di centrodestra? L’annegamento nel fiume e nient’altro. Adesso Renzi? No, adesso basta con le prese in giro!