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Jovanotti – Asso (1989)

Creato il 13 aprile 2014 da Zero @zeroblogtw

Ora Jovanotti riempie gli stadi e molti di quelli che si accalcano per vederlo non conoscono gli inizi della sfavillante carriera di Lorenzo Cherubini, fatta di alti e bassi. Inizialmente direi sopratutto di bassi.

Se parliamo degli esordi del rapper toscano non possiamo non citare le sue prime pubblicazioni in incognito sotto pseudonimi dalle sonorità anni ’80 come Gino Latino e Jeronimo.
Durante questo periodo abbiamo ascoltato pezzi come ‘Giovani Jovanotti’, ‘Jovanotti for president’ ma anche l’indimenticabile tributo alla sua moteretta in ‘la mia moto‘ (video che se non l’hai visto, devi guardare, ha le coreografie di Mauro Repetto).
Era il 1988, il Jova solcava le piazze di mezza penisola diventando sempre più idolo dei teeneger italiani privi di punti di riferimento culturali, ormai gli anni ’80 erano agli sgoccioli e la devastazione portata avanti in quel decennio iniziava a palesare gli effetti più drammatici. Era il 1988 dicevamo, e il nostro fu Gino Latino, parte per la naja, va a militare ed è in quelle lunghe notti insonni, disteso sulla branda che scrive uno dei testi più importanti di quel periodo, quello di ‘Asso’ canzone che, grazie al fortunato sodalizio con Cecchetto, che apporta indispensabili contributi artistici, è diventata poi vero e proprio successo, punto cardine e cardinale per un’intera generazione persa a guardare Drive In.

Asso spopola, il successo è inarrestabile tanto da diventare la sigla di uno dei telefilm cult prodotti in Italia “Classe di Ferro” ideato da Turi Vasile e diretto da Bruno Corbucci e andato in onda su Italia 1.

classe di ferro pappalardo

La produzione ha viziato il pubblico italiano con due stagioni (1989-1991) ognuna di 12 episodi della durata di poco più di 60min, insomma se vi passasse per la mente di fare una maratona di ‘classe di ferro’ ci mettereste poco più di una giornata intera.

Le vicende narrate ruotavano attorno ad un gruppo di giovani di leva in una caserma del nord-est che, come da tradizione della più inutile commedia all’italiana ne commettono di ogni colore, marachelle continue, tentativi goffi e maldestri di conquistare belle ragazze e tanta amicizia, risate garantite.
Ed ecco che tra una gag e l’altra non può passare inosservato il sergente Roberto Scherone interpretato nientepopòdimenoche da Adriano Pappalardo.

Due capolavori dunque che in maniera simbiontica hanno l’uno contribuito al successo dell’altro.

Certo, se per il telefilm l’oblio è lungi dall’essere una cosa negativa, ci dispiace per ‘asso’, traccia che non sa di essere paninara-metropolitana e che esprime già tutto quel potenziale che poi Jovanotti metterà in campo per raggiungere il successo.
Sperando quindi che Lorenzo recuperi questo piccolo gioiello e magari lo in una compilation dedicata ai suoi esordi nei gloriosi ’80, vi salutiamo.

Asso

E’ la storia di uno,
di uno regolare
che poi l’hanno mandato
a fare il militare
che lui se ne sbatteva
di tutte quelle storie
ma era uno normale
e lo doveva fare.

Asso!
Asso!

Per forza o per piacere
lui lo doveva fare.

Asso!
Asso!

Allora poi alla fine
é tutto come un gioco
l’unica cosa che,
é che si dorme poco
ci trovi proprio tutti,
son tutti regolari
tutti sono qualcosa,
tranne che militari.

Asso!
Asso!

E i giorni intanto passano
e diventan sempre meno
il grigio si schiarisce
appare l’arcobaleno
quello che gli rimane
é qualche amico regolare
che insieme a lui l’avevano
mandato militare.

Asso!
Asso!

Si parla delle fighe,
c’han tutti la ragazza
qualcuno c’ha la foto,
qualcuna invece é grassa
molte sono inventate,
comunque non fa niente
perche’ comunque sia
conta quello che c’ha in mente.

Asso!
Asso!

In mente sono belle
e sono tutte sante.

Asso!
Asso!

E’ la storia di uno,
di uno regolare
che poi l’hanno mandato
a fare il militare.

Asso!
Asso!
Cadenza!
Plotone!
Alt!


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