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L'addio di mario monti

Creato il 11 dicembre 2012 da Bagaidecomm @BagaideComm
L'ADDIO DI MARIO MONTIDopo 13 mesi, l’avventura a Palazzo Chigi di Mario Monti è terminata. La sua volontà di rassegnare le dimissioni è più che giustificata in virtù dei numerosi e indecenti ricatti che il PDL ha fatto fino all’altro giorno. Ovviamente, visto che l’Italia ha perso l’etichetta di Paese normale da parecchio tempo, è scoppiato il caos. Cominciamo con il dire che a livello sostanziale non cambia niente: l’Esecutivo tecnico era alla frutta e non sarebbe stato in grado di portare avanti ulteriori riforme rispetto alle pochissime già approvate. L’isteria dei mercati, alla quale si da peso vista l’incapacità di distinguere l’economia reale dalla finanza, lascia il tempo che trova (ripensando al caso della Lehman Brothers dovremmo essere contentissimi del fatto che il nostro Paese non goda di alcuna fiducia). Stilando un bilancio di questo anno di "sospensione della politica", è difficile trovare parole positive. L’avventura di Monti è partita fin da subito con il piede sbagliato per diversi motivi. Innanzittuto perché, evitando il voto anticipato, l’ex Presidente della Bocconi si è ritrovato alla guida di una maggioranza in cui il ruolo di spicco era affidato a Silvio Berlusconi (credo che non ci sia da aggiungere altro): solo pochi opinionisti politici, quei pochi che non sono a libro paga dei soliti noti, avevano messo in guardia l’allora neo Senatore a Vita dal rischio che correva scendendo a patti con l’imprenditore di Arcore. E poi perché la scelta di alcuni ministri (ai quali sono stati affidati i ministeri più importante) si è rivelata sciagurata: Corrado Passera era impresentabile, Elsa Fornero ha mostrato tutti i suoi limiti (la sceneggiata delle lacrime alla prima conferenza stampa meriterebbe approfondimenti a parte) e Francesco Profumo è apparso un sognatore che non si rendeva conto della realtà che lo circondava. Eviterei poi di soffermarmi sui vari Clini, Catricalà e Terzi perché l’argomento risulterebbe abbastanza noioso. L’analisi più strettamente politica probabilmente è ancora più impietosa. Questo Governo ha fatto la parte del forte con i deboli e debole con i forti. A farne le spese sono stati i taxisti, gli operai, i pensionati, gli studenti e i precari. Sorridono invece i banchieri, gli avvocati, i notai e, in qualche misura, gli evasori (anche se quelli in realtà sorridono sempre). Però è anche vero che qualche merito Monti lo deve pur avere. In primis non si può dimenticare che l’immagine dell’Italia in ambito internazionale è notevolmente aumentata (non che ci volesse chissà quale sforzo). E poi è riuscito, anche grazie all’appoggio del Presidente francese Hollande, a limare un pochino le posizioni a dir poco rigide di Frau Merkel: se l’Unione Europea riuscirà, cosa di cui sono convito, a uscire tutta intera da questa situazione sarà anche per merito del lavoro del Professore. Quindi, usando una metafora calcistica, questo esecutivo ha fatto sicuramente meglio in trasferta che in casa. Infine non si può non rivolgere uno sguardo al futuro più immediato. Il PD, scampato il pericolo Renzi, ha l’occasione di portarsi a casa le prossime elezioni: qualora venissero indette le primarie anche per le candidature al Parlamento, il partito guidato da Pier Luigi Bersani non dovrà nemmeno fare ricorso ad alleanze più o meno forzate. Credo che le potenzialità per far bene ci siano (a patto che le primarie di cui sopra siano aperte alla società civile: i casi di Pisapia, De Magistris, Doria e Zedda dovrebbero aver insegnato qualcosa). Speriamo che vengano sfruttate.
Carlo Battistessa

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