Per la prima volta un diplomatico israeliano riconosce che il salvataggio degli ebrei in Italia non sarebbe potuto avvenire senza la supervisione del Vaticano. Lo ha fatto l’Ambasciatore di Israele presso la Santa Sede, Mordechay Lewy, conferendo il riconoscimento di «Giusto tra le Nazioni» alla memoria di don Gaetano Piccinini (1904-1972), un religioso cattolico che si è adoperato salvando molti ebrei e mettendo a rischio più volte la sua stessa vita.
L’ambasciatore ricorda che «sarebbe un errore pensare che l’aiuto agli ebrei durante la Guerra, a Roma, sia venuto da conventi e istituti religiosi come se fosse una loro iniziativa senza l’appoggio del Vaticano. A partire dal rastrellamento del ghetto di Roma del 16 ottobre 1943 e nei giorni successivi, monasteri e orfanotrofi tenuti da ordini religiosi hanno aperto le porte agli ebrei e abbiamo motivo di pensare che ciò avvenisse sotto la supervisione dei più alti vertici del Vaticano, che erano quindi informati di quei gesti». Il suo discorso integrale è riportato sul sito de L’Osservatore Romano.
Non solo non è vero che Chiesa cattolica ed istituzioni si opponessero alla salvezza degli ebrei ma «è vero piuttosto il contrario: hanno prestato aiuto ogni qualvolta hanno potuto. Il fatto che il Vaticano non abbia potuto evitare la partenza del treno che portò al campo di sterminio, durante i tre giorni trascorsi dal rastrellamento del 16 ottobre fino al 18, può solo aver aumentato la volontà, da parte vaticana, di offrire i propri locali come rifugio per gli ebrei». Per l’autorità israeliana, «gli ebrei romani ebbero una reazione traumatica. Essi, infatti vedevano nella persona del Papa una sorta di protettore e si aspettavano che li salvasse ed evitasse il peggio. Sappiamo tutti cosa è successo ma dobbiamo riconoscere che quello partito il 18 ottobre 1943 fu l’unico convoglio che i nazisti riuscirono ad organizzare da Roma verso Auschwitz». Molto belle le testimonianze delle persone salvate da don Piccinini, le quali ricordano come il sacerdote abbia sembra rispettato la loro fede ebraica, prodigandosi comunque per salvare più ebrei possibili.
La notizia è apparsa anche su un nuovo website chiamato “Vatican Insider” e presentato dal quotidiano La Stampa. Vuole essere una guida all’informazione globale sul Vaticano, cercando di evitare pregiudizi e forzature, in modo indipendente. E’ diretto dal caporedattore de La Stampa, Paolo Mastrolilli, disponibile in italiano, inglese e spagnolo, e diffuso anche attraverso le piattaforme digitali e i social network. A curarne i contenuti, sono stati chiamati una serie dei principali vaticanisti, forme giornalistiche che da sempre seguono l’attività del Vaticano a livello nazionale e internazionale.