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"L'inverno di Frankie Machine" di D. Winsolw

Creato il 01 settembre 2011 da Bens
Ci sono un po' di cose che, stranamente, vorrei dire su questo libro. 
Tanto per cominciare, Mario Puzo (ommioddiocchiè) aveva già inventato tutto. Avete presente quella storia di malavita siciliana trasmigrata, con bronci, accenti e pistole, in terre americane e resa celeberrima da F.F. Coppola? Sì, proprio quella storia là. In più c'è un'altra ovvietà comunemente sottaciuta: i capolavori generano viscidi luoghi comuni che ci sono propinati fino alla nausea, fino al momento in cui i nostri puri e verginali sentimenti vengono corrotti dalla banalità del remake. 
Tuttavia, la sanguinaria favoletta dell'italo-americano mafioso è talmente inflazionata che, perfino Winslow, ha pensato ad un furbo escamotage per rendere il suo libro seducente (dimmi tu che pretese!). Ha trasformato un insignificante pensionato\pescatore nel più strafigo pistolero che il comune di Corleone avesse mai tenuto a battesimo. Ma state sereni, il tutto si esaurisce qui. Sì, perché oltre a rendere il buon vecchio Frank Machianno nel temibilissimo Frankie Machine, dai torbidi trascorsi ma dalla pistola ancora bollente, il resto è solo un'inutile chiacchiera. 
La fin troppo nota ambientazione a base di droga, mafia, sesso, potere e politica, che corre sempre il rischio di essere un po' banalotta, è stata, oltretutto, defraudata di quel pizzico di intrigante mistero che una vicenda tale potrebbe, comunque, offrire a noi poveri divoratori del genere. 
L'inverno di Frankie Machine è un libro di superficie, di scene criminali viste e riviste meglio, di personaggi relegati ad un triste teatrino di affatto buffe macchiette. E' un libro che non si interroga, che dà per scontato l'odio, la mafia, i cervelli spappolati sui cuscini di un divano di una dimenticata camera di motel. Dove è il Don Winslow de Il potere del cane? Triste, arrabbiato, dimesso, onesto, ambizioso, machiavellico? Sparito. 
Sapete cosa sembra questo libro? la bozza del soggetto di qualche film. Eh no. Non mi va mica bene, caro Don. Io prima ti idolatro, trovando in te un surrogato rispettabile di Bunker e poi mi rifili sta cacata? Mi scrivi un libretto di mezza estate, da sfogliare tra una Beck's e un gin tonic? Va bene che sei venuto dopo Pynchon, va bene che pur di non aprire il libro di Diritto Internazionale avrei letto anche l'autobiografia di Giovanni Paolo II, va bene che sei venuto dopo Pynchon e che sei venuto dopo Pynchon, però per questa schifezza vorrei il rimborso spese. 

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