In questo piccolo paese popolato da omuncoli e governato da amorfe creature prive di spina dorsale si sta per l'ennesima volta sgozzando il capro espiatorio di decenni di malcostume: come sempre la vittima sacrificale è una bestia. Stupida e per questo non innocente. Non innocente e per questo stupida. In decenni di democrazia il popolo ha avuto la colpa di non essere stato mai capace di esprimere un classe dirigente onesta e perbene.
E la cosa che mi fa più ribrezzo è pensare che in realtà la classe dirigente disonesta e traditrice sia in realtà perfetta espressione della maggioranza della popolazione.
Il problema di questo nazione non sono i diritti dei lavoratori, considerati tanti e tali da spaventare gli investitori, ma la ruberia e la corruzione di una casta dirigente, burocratica ed imprenditoriale che, rapace di ricchezze, spolpa tutte le risorse di un'intera nazione.
Sul sito del Corriere leggo un articolo interessantissimo (http://www.corriere.it/esteri/14_settembre_26/cina-corrotti-divieto-suicidio-vi-puniremo-anche-morti-70332e86-4545-11e4-ab4c-37ed8d8aa9c2.shtml).
In queste righe si fa riferimento alla già citata usanza da parte dei colpevoli di corruzione di mondarsi ed espiare tramite il suicidio.
Se in Italia prendesse piede questa tendenza credo che non rimarrebbe in vita nemmeno un bidello (ovviamente con tutto il rispetto per questa categoria di lavoratori).
Ma la cosa più straordinaria è questo passaggio (che riporto testualmente): "Il ragionamento è clinico: i suicidi dei dirigenti corrotti causano gravi perdite agli sforzi contro la corruzione, perché una larga parte dei guadagni illeciti non vengono recuperati con la confisca."
In quel paese la corruzione viene vista come una colpa così grave da giustificare il suicidio e l'opinione pubblica ha cominciato ad avere così in spregio i corrotti da non considerare il suicidio sufficiente, perché il gesto priva la comunità della possibilità di rientrare in possesso del frutto di illeciti guadagni.
Nel frattempo il nostro premier va in America a fare non so bene cosa. Tra una visita e un selfie, tra un tweet e una dichiarazione in un inglese che a confronto Nando Moriconi sembra Chaucer, mi domando quale siano le colpe karmiche commesse in Italia nel Giurassico per meritarci oggi una simile genia di personaggi. In maniera qualunquista mi piacerebbe sapere dove lavorerebbe oggi questo signore se non ci fosse la politica (escludo nell'impresa del padre perché, poveraccio, anche il patriarca c'ha le sue belle gatte da pelare). In maniera populista mi piacerebbe sapere se davvero questo signore è convinto che basti mettere quattro macchine su ebay per far credere alla nazione di star facendo qualcosa per il paese (ma poi mi rendo conto che da queste parti crediamo nelle madonne che piangono, quindi siamo in grado di credere a qualunque minchiata, purché detta con qualche parole d'inglese a casaccio che fa così figo e moderno).
Ma più che altro mi domando cosa c'entri questo signore con l'America e con il modello americano (e infatti è andato da Marchionne). In quella nazione, nonostante tutto, se hai un'idea valida parti dal garage e finisci in una villa con piscina.
Qui da noi ci vuole la bustarella anche per aprire un chiosco di panini alla stazione.
Cosa c'entra Renzi con un paese che ha condannato Madoff a 150 anni di galera mentre da noi Tanzi non ne ha dovuti fare nemmeno dieci?
Cosa c'entriamo noi con l'etica? (Non che gli USA siano etici, ma tanto per fare un esempio...)
Cosa c'entriamo noi con l'onestà?
Cosa c'entriamo noi con il dinamismo di una nazione che nonostante i film di Chuck Norris è sempre stata in grado di reinventarsi? (Magari grazie al proteiforme "sogno americano", concetto talmente ampio da essere praticamente onnivoro di significati... noi al massimo abbiamo gli incubi da indigestione di frittata con le cipolle)
Cosa c'entriamo noi con il mondo?