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L'Italia non è nemmeno un Paese per bambini

Da David Incamicia @FuoriOndaBlog
L'Italia non è nemmeno un Paese per bambini
di David Incamicia |
A quanto pare in Italia ci si scorda dei giovani fin dalla nascita. Soprattutto per quel che riguarda i livelli di assistenza sanitaria - che a dire il vero non sono molto soddisfacenti nemmeno con gli anziani - si scopre che il sistema è incapace di erogare le cure perfino ai più piccoli, non proprio numerosi se si considera il bassissimo tasso di crescita demografica del nostro Paese. L'allarme viene lanciato dalla Società Italiana di Pediatria, che prospetta per gli anni a venire un’Italia senza pediatri e non in grado di far fronte alle esigenze delle famiglie.
Molto presto, infatti, potrebbe essere difficile trovare un pediatra per i propri figli con il conseguente aumento delle richieste ospedaliere e lunghi tempi di attesa. Il punto di non ritorno, secondo l'associazione dei pediatri, dovrebbe essere intorno al 2020 quando potremmo non essere più in grado di garantire assistenza sanitaria ai nostri bimbi. Il trend negativo, del resto, è già in atto. Con circa 2 milioni e 200mila bambini lasciati "scoperti" dalla carenza di pediatri e sempre meno giovani medici che si specializzano in pediatria determinando l'impossibilità di sostituire chi è andato in pensione.
I posti, insomma, restano vacanti e secondo uno studio recente i circa 15mila professionisti attivi oggi diventeranno poco meno di 12mila nel 2020 e addirittura 8mila nel 2025. Ad essere colpito da tale deficit sarà soprattutto il Centro-Sud, con le Regioni senza risorse e impossibilitate a collocare i pediatri. Per questa ragione è in corso un fenomeno migratorio dei pediatri dal Sud al Nord, dove ci sono maggiori risorse e una più forte domanda per coprire gli organici.
La stessa Società Italiana di Pediatria, per evitare di dover ragionare nei prossimi anni in una logica emergenziale, ha chiesto ai Ministri della Salute e dell’Istruzione di intervenire sulla formazione, aumentando le borse di studio per l’accesso alle Scuole di Specializzazione. Nel frattempo, a dispetto di qualche timida apertura del Governo, si sta lavorando a un progetto di “rete pediatrica“ per unire i pediatri del territorio e quelli degli ospedali e garantire così la continuità delle cure ai bambini - ad esempio di notte e nei festivi - evitando intasamenti negli ospedali.
Il percorso istituzionale, in ogni caso, richiederà un passaggio in Conferenza Stato-Regioni e il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali e del Ministero della Salute, nella speranza che una volta tanto si riesca a dimostrare sensibilità concreta rispetto alla primaria esigenza di assicurare alle nuove generazioni, e attraverso di loro all'intero Paese, un domani migliore del presente.

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