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"L'ultima fuggitiva" di Tracy Chevalier

Creato il 01 giugno 2013 da Alessandraz @RedazioneDiario

Pubblicato da Antonella Albano

Cari lettori, 
oggi vi proponiamo un romanzo storico  con denominazione di origine controllata: l'ultima fatica tradotta in Italia di Tracy Chevalier, l'autrice de La ragazza con l'orecchino di perla.

Autore: Tracy Chevalier
Titolo: L' ultima fuggitiva
Titolo originale: The Last Runaway
Traduzione di: M. Ortelio
Casa Editrice: Neri Pozza
Collana: I narratori delle tavole
Pagine: 313
Prezzo: € 18,00
Data di uscita: Gennaio 2013
Trama: È il 1850 quando Honor e Grace Bright si imbarcano sull'Adventurer, un grande veliero in partenza dal porto inglese di Bristol per l'America. L'aria smarrita di chi non è avvezza ai viaggi, il bel volto offuscato dal mal di mare, Honor Bright sa che non rivedrà mai più Bridport, il paese in cui è nata, nell'istante in cui la nave si allontana dalle verdi colline del Dorset. Troppo grande è il mare e troppo lontano è Faithwell, il villaggio dell'Ohio in cui Adam Cox, un uomo anziano e piuttosto noioso, attende sua sorella per prenderla in sposa. L'irrequieta Grace ha allacciato una corrispondenza epistolare con lui, culminata poi con la proposta di matrimonio, con l'intento di lasciarsi alle spalle l'angusta vita della piccola comunità di quaccheri in cui è cresciuta e abbracciare così nuove avventure. Honor Bright non condivide lo spirito temerario di Grace, ma Samuel, il suo promesso sposo, ha rotto il fidanzamento e la prospettiva di vivere in mezzo all'altrui compassione l'ha spinta a seguire la sorella al di là del mare. Una volta giunte in Ohio, tuttavia, a un passo da Faithwell, Grace si ammala di febbre gialla e, tra le misere mura di un albergo, muore. Honor Bright si ritrova così sola in una nazione enorme ed estranea, divisa da un immenso oceano dall'amato Dorset. Non le resta perciò che Adam Cox come unica ancora di salvezza. A Faithwell, tuttavia, viene accolta con freddezza dall'uomo e dalla cognata vedova.

RECENSIONE

Honor Bright, la protagonista de “L’ultima fuggitiva”, è decisamente una donna di poche parole. È una quacchera o una della Società degli Amici, come si definiscono gli appartenenti al movimento religioso cristiano nato nel XVII secolo in Inghilterra. Facilmente si potrebbe affermare che Tracy Chevalier, in questo romanzo, dipinge un affresco della società americana di metà Ottocento, in verità è meglio dire che cuce una trapunta variegata e complessa – come fanno le donne nei tempi che l’autrice descrive – con una scelta di colori diversi ma tenui, quasi in contrasto con la natura vasta e imponente che accoglie l’inglese Honor in trasferta negli USA. L'autrice mette in risalto il contrasto tra i colori, i materiali, le luci diverse che caratterizzano l'antico e solido Dorset in Inghilterra e l'Ohio, nel suo valore precario di terra di transito, con i suoi campi di granoturco, le foreste altissime e la capacità di adattamento dei suoi abitanti; a ciò si aggiunge la contrapposizione stridente tra la libertà di rifarsi una vita – di cui Honor è desiderosa fin dall'inizio – e l'orribile tradizione della schiavitù. Tutto è visto attraverso gli occhi di una ventenne inglese, ritratta nella sua ritrosia, nella sua timidezza e nella sincera adesione al suo modo di vivere la religione. I quaccheri, infatti, sono contrari alla schiavitù, che limpidamente considerano contraria al Cristianesimo. Questo è lo sfondo su cui si muove la storia. 
Quando Honor arriva a destinazione, in un crocevia di case che prelude al selvaggio West, trova che gli Amici americani sono costretti a scendere a compromessi con questo assunto, a causa delle consuetudini, di ragioni economiche, delle leggi che li obbligano. Honor è arrivata in America per sfuggire a una vita che in Inghilterra si era immaginata tranquilla e lieta e che invece era sfumata: lei, che si concepiva comprimaria rispetto all’allegra sorella che doveva giungere in Ohio a sposarsi, si scopre dolorosamente protagonista, dopo la morte repentina di Grace. Si scopre, infatti, attratta da Jack, giovane e schietto contadino che riesce a conquistarla: il loro rapporto è semplice come l’acqua. Eppure Honor ha conosciuto anche la parte non quacchera della sua nuova terra: la modista Belle, il suo pericoloso fratello, Donovan, la signora Reed, la donna di colore che si serve all’emporio del mancato cognato Adam. Honor, taciturna, connotata soprattutto dall’estrema accuratezza e velocità con cui cuce le sue bellissime trapunte, affronta tutto con discrezione, pazienza, equità d’animo, ma qualcosa proprio non le torna. Sarà Donovan con la sua violenta sfrontatezza da cacciatore di schiavi, eppure con l’evidente rispetto che le porta, sarà la questione della fuga dei neri dai campi del Sud, che passano proprio dall’Ohio per raggiungere la libertà in Canada. Honor deve fronteggiare il contrasto fra quello in cui crede e la nuova famiglia nella quale è chiamata a integrarsi. E qualcosa non va come dovrebbe: la ragazza silenziosa e remissiva si scopre una donna disposta a pagare in prima persona per le sue convinzioni.
Il lettore si trova ad accompagnare Honor nella sua scoperta di questo mondo nuovo e così diverso: colori, animali, piante, usanze (gli americani sputano per terra con grande disinvoltura), cibi, atteggiamenti. La Chevalier si avvale del metodo della narrazione in terza persona, al quale affianca il modello epistolare, attraverso le lettere che Honor spedisce ai suoi e che talvolta riceve dall'Inghilterra, consentendo una divaricazione dei punti di vista e dunque una prospettiva a più dimensioni.
Questo romanzo si legge d’un fiato; le situazioni sono presentate al lettore come con la discrezione e la ferma remissività di Honor: l’America si pone con tutta la sua forza e le sue contraddizioni, la questione ideale della schiavitù è mostrata in tutte le sue sfaccettature; i rapporti fra i bianchi e i neri, meglio fra donne bianche e donne nere, sono offerti con grande sapienza narrativa e umanità. Honor è pervasa di domande, ma ciò che le offre uno strumento di comprensione sarà la trapunta cucita dalla signora Reed: il gusto, la vivacità e la sapienza degli accostamenti di colore le sveleranno la diversità e la somiglianza profonda che possono legare le persone, laddove ciò che c’è di più importante nella vita unisce le anime.
La ferrovia sotterranea, il sistema di protezione e sostegno degli schiavi fuggitivi è la perla storica del romanzo che è scorrevole, ricco, schivo, sapiente ancora di più perché sfugge a una rappresentazione diretta e a colori troppo forti degli eventi. La Chevalier ha una mano leggera a narrare almeno quanto Honor Bright ce l’ha a creare trapunte bellissime e perfette, dove quasi la fatica del comporre, il tempo passato a cercare gli accostamenti giusti, dove ogni pezzo di vita è un frammento di esistenza, quasi non si vede, ma c’è. E si sente.
L'AUTRICE Tracy Chevalier è nata a Washington il 19/10/1962. Nel 1984 si è trasferita in Inghilterra, dove ha lavorato come editor fino al 1993 quando cominciò un corso di scrittura creativa all'università dell'East Anglia. Il suo primo romanzo è La Vergine azzurra (Neri Pozza, 2005). Con La ragazza con l'orecchino di perla (Neri Pozza, 2000) ha ottenuto, nei numerosi paesi in cui il libro è apparso, un grandissimo successo di pubblico e di critica. Bestseller internazionali sono stati anche i suoi romanzi successivi: Quando cadono gli angeli (Neri Pozza, 2002), La dama e l'unicorno (Neri Pozza, 2003), L'innocenza (Neri Pozza 2007), Strane creature (Neri Pozza 2009


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