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La blogger senza veli

Creato il 21 novembre 2011 da Controcornice

 

Posted on 21 novembre 2011 by La blogger senza veli

Non vivo in Egitto e non conosco l’attuale situazione sociale e culturale delle donne di questo Paese. Posso immaginarla, ma non sarà mai come viverla tutti i giorni. Perciò le mie riflessioni sulla scelta della blogger egiziana, Aliaa Magda el Mahadi,  nascono da riflessioni  personali e da convinzioni di cui mi

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assumo la completa maternità!

Come già spiegato nel mio post  “Se le donne devono spogliarsi per farsi ascoltare, cosa devono fare per avere quello che chiedono? 

Non sono una grande fan delle iniziative al femminile dove, per attirare ascolti, si ricorre all’espediente del nudo. Nonostante l’importanza della causa per cui ci si impegna, questo metodo risulta comunque svilente perché sottolinea come, per avere attenzione, una donna può utilizzare solo i canali “sessuali”.  La propria intelligenza e la forza delle proprie argomentazioni spesso purtroppo  non sono sufficienti. 

Se una donna ha urgenza di comunicare messaggi fuori schema, ovvero non trasmissibili attraverso i canali informativi convenzionali, perché non attirano l’attenzione dei media, per scuotere le coscienze  ricorre al topless o al nudo artistico!  A quel punto l’attenzione dei media viene risvegliata e addirittura si arriva alla prima pagina.  

Per questo spesso si decide di usare l’effetto choc!

Ma quale è il messaggio che passa? “Donne, a noi non interessa quello che avete da dire, ma se vi spogliate, un po’ di attenzione possiamo concedervela! “. Io lo leggo così.

Mi rendo conto del circolo vizioso. Ma vorrei anche che si iniziasse a comprendere l’assurdità di questa situazione e si facesse qualcosa per modificarla.

Mi rendo conto che sono i media a dettare questa legge e chi, come Aliaa vuole farsi ascoltare, è  costretta prima a spogliarsi. 

Ciò però crea ambiguità nel messaggio: non si capisce quale è il vero obiettivo. Pur avendo ottenuto un grande “ascolto visivo”, alla fine il pubblico è confuso. Non capisce se è di fronte ad una esibizionista che abbraccia una lotta qualsiasi pur di “apparire”, oppure ad una vera rivoluzionaria  che rischia in prima persona pur di provocare una reazione, o ancora ad una ragazza ricca e viziata che cerca un modo per non annoiarsi.

E’ questo il problema del nudo. Si confonde il messaggio offerto con questo contorno aperto a troppe interpretazioni.

Aliaa Magda ed Mahadi si definisce ”laica, liberale, femminista, vegetariana, individualista, egiziana”.  Ha postato il suo nudo nel suo blog in nome della libertà di espressione.

Spiega che il suo è  «un grido contro la società della violenza, del razzismo, della molestia sessuale e dell'ipocrisia».

Molti hanno definito questa iniziativa coraggiosa, altri ancora come ingenua e c’è un nutrito numero di persone che contesta lo scopo rivoluzionario dell’iniziativa.

Come si può comunicare qualcosa in maniera chiara in questo modo? E soprattutto, quale è lo scopo da raggiungere?

La protesta delle donne dell’Arabia Saudita per riconquistare  il diritto di guidare l’auto è stata organizzata in maniera diversa e lo scopo era chiaro. Non hanno avuto bisogno di spogliarsi. Ma alla fine, con la disobbedienza pacifica, hanno raggiunto l’obiettivo prefissato, rispettando le regole, andando in giro velate ma mettendo sul tavolo la loro determinazione.

Cosa sarebbe successo se avessero protestato  guidando nude?

Sarebbero state strumentalizzate, demonizzate, bollate come donnette bizzarre  e onestamente non se se avrebbero avuto un vero ascolto delle loro ragioni. 

Ma come dicevo, questa è la mia opinione.

 


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