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La chiesa, nemica dell'italia

Creato il 17 marzo 2011 da Dragor

Piovra    FRA TUTTI I GIORNI in cui la chiesa dovrebbe adottare un basso profilo, ce n’è uno particolare: giovedì 17 marzo 2011, 150° anniversario dell’unità d’Italia. Centocinquanta anni fa la chiesa considerava questa conquista come un’offesa mortale e spediva metaforicamente all’inferno tutti i padri dell’unità, scomunicandoli in massa. Dal suo punto di vista aveva ogni ragione, perché dalla sua nascita non aveva fatto che battersi con ogni mezzo affinché l’Italia non diventasse una nazione unita. Come si permettevano gli italiani di diventare una nazione come la Francia o l’Inghilterra? Un paese indipendente con libere elezioni e scuola laica? Dove credevano di essere? In Italia era concepibile una sola nazione: lo Stato della Chiesa.

   Non poteva essere diversamente. Per si crede ispirato da Dio, ogni alternativa di potere è blasfema. Le religioni monoteiste hanno nel loro DNA la teocrazia e la vocazione della dittatura. Danno a Cesare con una mano e riprendono con l’altra, perché la loro ragione di essere è precisamente questa: arricchirsi senza fatica. Per loro lo Stato s’identifica con la confessione. Non per niente spediscono i missionari a soggiogare gli altri paesi. Poco tempo dopo la sua nascita, la chiesa ha dato un valido contributo per abbattere l’Impero Romano. Con quale diritto l’imperatore pretendeva di comandare? Quel posto spettava al papa. Una volta preso il posto dell’imperatore romano, il papa si è battuto contro l’imperatore tedesco. Con una balla colossale, la cosiddetta Donazione di Costantino, si è accaparrata buona parte del territorio italiano. Per secoli chiunque osasse parlare di un’Italia unita è stato bruciato, impiccato, squartato o decapitato. A volte tutte le cose insieme, come c’insegna il buon Mastro Titta, il boia del papa, che con i patrioti aveva la mano particolarmente pesante per far piacere al suo padrone. Gli ultimi sono stati torturati e ammazzati poco tempo prima che Roma venisse annessa all’Italia. Quel giorno le truppe del papa hanno sparato contro gli italiani.

   Qualcuno dirà che è acqua passata, che i tempi cambiano, che oggi la chiesa accetta l’unità d’Italia, che i cattolici hanno fatto la Resistenza e così via con le varie frottole inventate per riciclare la chiesa nel XXI secolo e disarmare l’opposizione. Niente affatto, la chiesa sta ancora sparando contro gli italiani. Si è modernizzata e invece dei chassepots degli zuavi usa armi più sofisticate come il ricatto, il terrorismo, la circonvenzione, lo sfruttamento della credulità popolare, il controllo mediatico, l’infiltrazione politica e il riciclaggio. Ha accettato l’unità d’Italia soltanto perché gliel’hanno imposta, ma è diventata un governo ombra e ogni giorno si batte per estendere il suo potere. Non è cambiato niente. La chiesa vede l’Italia come il fumo negli occhi, non rispetta le sue leggi, cerca d’imporre le proprie con ogni mezzo. Colonizza gli italiani per tutta la vita, marchiandoli alla nascita, indottrinandoli a scuola e ungendoli da morti. Tutti i suoi sforzi tendono in una sola direzione: tornare a prima del 1870 e restaurare lo Stato della Chiesa.

   E in queste circostanze, i preti vorrebbero partecipare ai festeggiamenti per l’unità d’Italia?  Sarebbe come se i fascisti partecipassero alla festa della Resistenza. Che almeno per un giorno all'anno se ne stiano buoni e zitti a casa loro, lasciando agli italiani l’illusione di essere un paese indipendente. Per fargli la guerra hanno tutti gli altri 364.

  Dragor


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