Tra le più belle metafore per descrive la crisi c’è quella che usa Daniela Santanchè: “La crisi morde”. Devo dire che quando lo dice il mio testosterone fibrilla un po’, la Santanchè è una bella donna, ma ciò che mi gusta realmente è la metafora. E gusta a tanti, sono tanti i politici e intelle-attuali che quotidianamente usano il morso della Santanchè in talk show, profili fb e twitter, gazzettine locali e conversazioni da bar.
La crisi morde e bisogna agire in fretta, lo dicono tutti, quindi:
- Facciamo la riforma presidenziale
La crisi morde e bisogna agire in fretta, quindi:
- Cambiamo il bicameralismo
La crisi morde e bisogna agire in fretta, quindi:
- Riformiamo la Giustizia
La crisi morde e bisogna agire in fretta, quindi:
- Controlliamo bene gli scontrini dei Grillini
La crisi morde e bisogna agire in fretta, quindi:
- Bisogna fare la Legge sulle intercettazioni
La crisi morde e bisogna agire in fretta, quindi:
- Bisogna occupare i talk show
La crisi morde e bisogna agire in fretta, quindi:
- Si deve intervenire per fare in modo che nessun blogger pubblichi caricature della Boldrini
La crisi morde e bisogna agire in fretta, quindi:
- Si devono tutelare Lele Mora, Fede e la Minetti
La crisi morde e bisogna agire in fretta, quindi:
- Si deve fare di Roma una smartcity, piena di Smart e di smartphone
La crisi morde… e bisogna agire in fretta, d’accordo, ma mi viene il sospetto che la crisi non morde quelli che dicono, in tv o altrove, che la crisi, appunto, morde. Mi vien voglia di morsicchiarli io questi esperti di crisi: un morsettino, innocuo, come quelli dei bambini che giocano a farsi la forma dell’orologio sulle braccia, magari capiscono che è tempo di lasciar perdere e cercarsi un lavoro serio.