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La perdita

Creato il 12 novembre 2010 da Selena
Volevo scrivere qualcosa di diverso oggi, piú allegro, che non aveva niente a che vedere con ció che ora scriveró.
Ho letto una brutta notizia, una donna che conosco solo virtualmente,non é riuscita a portare a termine la gravidanza, la sua bimba non ce l'ha fatta.
Sento una gran tristezza dentro, per lei, per tutte coloro che devono vivere quest'esperienza. Perché perdere una vita che giá conosci, che tieni dentro, che é la tua illusione e la tua speranza é tremendo.
Io son stata fortunata, non ho avuto problemi, ma se non fosse stato cosí? Non saprei immaginarlo, non riesco neanche a pensarci.
Perché ora mi lamento delle poche ore di sonno, del mal di schiena, di tutte queste cose quotidiane, dei nervi a pezzi se non s'addormenta, insomma, di tutto ció che é un bimbo. Ed é normale, tutte le madri si lamentano, chi scrivendolo, come me, chi raccontandolo, chi silenziosamente pensandolo, o piangendo. Peró...peró é molto meglio lamentarsi e vivere questi semplici problemi, che riporre tanti sogni in una vita che non ti accompagnerá mai.
Perché io lo guardo, il mio piccino, anche dopo che ci ho messo due ore per addormentarlo, e subito lo stress se ne va, ammiro il suo visino, la sua boccuccia socchiusa, le manine chiuse a pugnetto, e ascolto il suo respiro tranquillo. Anche dopo una dura giornata, dopo che lui ha pianto, riso, m'ha fatto correre, mi ha lasciato i capezzoli dolorosi, dopo tutto io aspetto quel momento in cui lui dorme, e lo osservo, senza fretta, ma solo pensando che son fortunata ad averlo con me.
Lo ammetto, vivo con quella semplice paura propria di ogni donna, quella di perderlo. Quella paura che dalla prima ecografia ti accompagna fino che nasce, quando metti la mano sulla pancia per sentirne i movimenti, e poi osservandolo quando dorme, e ascoltando il suo respiro. Una paura a volte assurda, ma é nostra, di noi madri, nessuna esclusa.
Perché per quanto ne dicano, la vita inizia in quel preciso istante in cui lo concepisci, che tu voglia veder la questione religiosamente o scientificamente. Lui o lei son lí, giá tutto é deciso da quelle piccole cellule, da quel minuscolo esserino, e non si puó far niente.
E perderlo...ecco, perderlo é impensabile per chi non ha provato questa esperienza, invivibile, per chi invece ha la ferita nel cuore. Perché perdere un figlio non lo puoi dimenticare, che fosse al primo mese di gravidanza, come in un'etá adulta.
Ed é la preghiera di ogni genitore, che la fine arrivi prima per lui che per suo figlio.
Cosí che oggi penso a lei, lontana, che soffre, e mi dispiace tanto, pensando che non posso far niente, che nessuna delle mie parole potrá esserle d'aiuto, e sperando che la sofferenza non l'accompagni a lungo.
Egoisticamente, peró, ringrazio anche per avere un figlio sano, che non dorme, ma che riempie di gioia le mie giornate.
E spero che come per me, anche per lei, e per tutte le altre donne, ci sia sempre un bimbo che non ci fa dormire.

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