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La traduzione della lettera di KAYLA MUELLER, la cooperante americana uccisa dall’ISIS: “Nel buio mi è stata mostrata la luce e ho imparato che anche in prigione si può essere liberi. Sono grata”.

Creato il 10 febbraio 2015 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
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Nota introduttiva: Questa è la lettera che la giovane Kayla Mueller – volontaria americana rapita dai terroristi dell’ISIS – ha scritto ai genitori nella primavera del 2014, quando già prigioniera. Questa lettera è stata resa pubblica dalla famiglia oggi, dopo che il Presidente Obama ha confermato la morte di Kayla. La missiva originale (vedi le immagini qui sopra) è stata ripresa dal sito della CNN. La traduzione – come sempre, per me – è una libera traduzione che ho preferito allo scopo di porre in evidenza la significazione, la sua poesia. Di cuore un pensiero di grande affetto per Kayla, che la sua anima brillante possa infine riposare in pace.

Rina Brundu

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Carissimi,
se state leggendo questa lettera significa che sono ancora prigioniera sebbene i miei compagni di cella siano stati rilasciati l’11/02/2014. Ho chiesto loro di mettersi in contatto con voi e di darvi questa lettera. Mi è difficile raccontare. Sappiate che sono al sicuro, illesa, in buona salute (ho persino messo su qualche chilo!). Sono stata trattata con grande rispetto e gentilezza.
Volevo scrivervi una lettera ben pensata ma non sapevo se i miei compagni sarebbero partiti nelle prossimi settimane o nei prossimi mesi, di fatto riducendo il tempo a disposizione. Soprattutto, riuscivo a scrivere un paragrafo alla volta, perché il solo pensarvi mi faceva piangere. Se ho sofferto durante tutta questa avventura è stato solo nella consapevolezza di quanto ho fatto soffrire tutti voi: non vi chiederò mai di perdonarmi perché non lo merito. Mi ricordo di quando la mamma mi diceva sempre che alla fin fine ciò che ci resta è Dio. La mia vita mi ha portato a un punto in cui – in ogni senso – mi sono affidata a Dio perché, letteralmente, non c’era nessun altro… Da Dio e dalla vostre preghiere mi sono sentita teneramente cullare mentre precipitavo. Nel buio mi è stata mostrata la luce e ho imparato che anche in prigione si può essere liberi. Sono grata. Ho compreso che c’é del buono in ogni situazione, qualche volta dobbiamo solo cercarlo. Prego ogni giorno che se non altro, voi mi abbiate sentita vicina e che anche voi vi siate affidati a Dio. Ho creato un vincolo d’amore e di conforto tra tutti… Mi mancate come se fosse trascorsa una decade di separazione forzata. Ho avuto tempo per pensare, per pensare a tutte le cose che vorrò fare, le gite fuori porta, il primo incontro all’aereoporto. Ho avuto tempo per capire di come solo a 25 anni, con la vostra assenza, ho realizzato quanto voi siate importanti nella mia vita. Il dono che è ciascuno di voi e la persona che avrei potuto e non potuto essere se voi non foste parte della mia vita, la mia famiglia, il mio sostegno. Non desidero che facciate un dovere delle negoziazioni per liberarmi. Se c’é qualsiasi altra opzione profittatene, anche se richiederà più tempo. Questa situazione non sarebbe mai dovuta diventare un peso per voi. Ho chieso a queste signore di consolarvi: per favore cercate i loro consigli. Se non lo aveste già fatto, contattate chi ha una qualche esperienza con queste persone. Nessuno si sarebbe immaginato che ci sarebbe voluto tutto questo tempo, ma sappiate che sto facendo la mia parte per quanto posso, dentro ho ancora tanta forza per lottare. Non sto cedendo, non mi arrenderò, non importa quanto ci vorrà. Ho scritto una canzone alcuni mesi fa che dice: “La parte che mi fa più male e anche quella che mi fa alzare dal letto, senza la vostra speranza non resterebbe niente…”, come a dire che il pensiero del vostro dolore è la fonte del mio, ad un tempo la speranza del nostro ritrovarci è la fonte della mia forza. Per favore siate pazienti, rendete il vostro dolore a Dio. So bene che volete che mi conservi forte e questo è proprio ciò che sto facendo. Non temete per me, continuate a pregare perché noi, a Dio piacendo, saremmo di nuovo insieme presto.
Con tutta me stessa,
Kayla

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