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La prima puntata era sulla Ricchezza, la seconda sulla FIAT. Va in onda il lunedì in seconda serata su Rai3, ma io quel poco di tv che guardo lo guardo su Internet.
Per introdurci nell'argomento, la Annunziata, che stimo molto, e non lo dico per mettere le mani avanti, ha chiesto un intervento su Fiat e Torino a Giuseppe Culicchia. Stimo anche Culicchia.
Ora, Culicchia viene presentato come "un giovane scrittore". Lo vediamo. Brizzolato, occhiali. Nel modo di parlare mi ricorda qualcuno, ma non riesco a capire chi. Culicchia discetta in modo disincantato del tema che gli è stato chiesto di trattare. E quant'è cambiata Torino, e gli operai, e saper reinventare se stessi, e le fabbriche demolite, e i condomini, e il punto di vista occupazionale e la politica che manca.
Ecco, a me pare che manchino anche gli intellettuali. Ma si torna in studio, e Annunziata, in modo tanto scialbo e dimesso, fa il suo dovere: consiglia un "bellissimo libro" di Culicchia, Brucia la città (neanche a farlo apposta). E torna a dire che Culicchia è un giovane scrittore.
Ecco, Culicchia sta per compiere 46 anni. Culicchia era un giovane scrittore quand'era giovane. Quando fu scoperto da Pier Vittorio Tondelli (solo a pronunciare questo nome mi assalgono una tristezza, un senso di perdita, un... infiniti. In fondo, era proprio un tema di Tondelli. L'abbandono, dico). Lo racconta lui stesso, a modo suo, in Tutti giù per terra. Insomma Culicchia è uno bravo, ma non è più un giovane.
E mi chiedo, comunque, se può parlare così uno scrittore, sia pur (non) uno scrittor giovane. E mi viene di colpo in mente chi mi ricordano i gesti e la voce di Culicchia. Marco Follini. Un altro giovane.
Mi chiedo se possa parlare così uno scrittore, uno scrittore scoperto da Tondelli, anche. Mi chiedo se possa dire, con un misto di sussiego e distacco, a proposito della Fiat, di tutto quel che implica (e io non penso certo che Marchionne sia l'impersonificazione del demonio), se possa dire, in quel modo in cui lo dice: "ma queste sono le condizioni del mondo."
Non so se, dopotutto, Culicchia abbia ragione. Ma se queste non sono "le condizioni del mondo", sono senz'altro le condizioni dell'Italia.
da TEMPI FRU FRU http://www.tempifrufru.blogspot.com
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