Grazie a questa coraggiosa, drammatica pellicola di Florian Henckel von Donnersmarck, finalmente la Germania fa i conti fino in fondo con il suo passato.
Hilda Buchassinen, perfida giudice comunista al soldo della Stasi, ordisce un complotto per liberarsi del borgomastro di Bonn, Silvius Berlin Von Konitz, coraggioso e intrepido imprenditore prestato alla politica.
Dell'anziana magistrata, nel corso del film, scopriamo vari scheletri nell'armadio: nel 1982 ha pomiciato con un giornalista sovietico nella Trabant rosa di sua zia; nel 1987 ha cominciato a tingersi di rosso i capelli ingrigiti, odia gli uomini, tiene un ritratto di Stalin sopra il letto ed è probabilmente di origini ebree, infatti non dà mai la mancia al ristorante.
Per distruggere l'avversario politico, la donna non si farà scrupolo ad assoldare giornalisti comunisti come lei e ad usare come pretesti le vicende della sua vita privata, utilizzando microspie, intercettazioni ambientali e tutto quanto le corrotte leggi della D.D.R. permettono (lo spettatore italiano faticherà ad immedesimarsi, da noi essendo state, per fortuna, queste leggi inumane e violatrici della privacy abolite da una ventina d'anni).
Vediamo quindi la reputazione di Silvius, uomo onesto, integro, fedele alla moglie, progressivamente intaccata sui mass-media che inventano agghiaccianti dossier ove lo si dipinge come corruttore di minorenni, frequentatore di prostitute, palazzinaro tangentista, circondato di loschi avvocati che a detta dei suoi nemici egli avrebbe messo nei posti chiave del parlamento e del governo.
Laddove, e lo si vede bene nelle scene di ambientazione familiare (forse le più commoventi della pellicola), gli unici passatempi dell'anziano leader sono le passeggiate lungo i fossi di campagna con il suo pechinese Bondy e le riparazioni di vecchi orologi nel suo laboratorio in cantina.
Molte signore, ne siamo certi, piangeranno nella scena madre in cui l'innamoratissima moglie di Silvius, Naomi, di trent'anni più giovane, tenta di consegnare la sua pelliccia, i suoi gioielli e le sue otto carte di credito alla Buchassinen in tribunale gridando "Prendete me al suo posto!", suscitando le risate della sadica giudice dai capelli rossi.
Un grande film, un grande contributo della Germania al cinema mondiale, meritatamente candidato all'Oscar come miglior pellicola straniera per il 2025.
Nicole Kidman, truccata al punto da essere irriconoscibile nel perverso personaggio di Hilda, è candidata anche come miglior attrice protagonista, mentre Robert De Niro, che concorre come miglior attore protagonista, per affrontare il difficile ruolo di Konitz ha affrontato 6 ore di trucco al giorno e una plastica del cranio con cui gli sono stati trapiantati finti capelli di plastica.