L’estate del 2012 sarà ricordata essenzialmente per la caduta degli (anti) idoli italiani, che avevano dominato l’immaginario nazional popolare per tutta la prima decade degli anni 2000. Un po’ la crisi economica, un po’ l’austerità del governo Monti , un po’ il declino del Berlusconismo spinto sul viale del tramonto hanno sferrato un colpo mortale al circo vippettaro nostrano, che aveva fatto della Sardegna il suo habitat naturale.
Le transumanze di Vip che come i fenicotteri rosa si spostavano in massa da Roma e Milano sulle coste sarde sono sospese, fino a data non meglio precisata.
Tutti i simboli di quella stagione di vacche grasse e con la frangetta, esaltatrice del pacchiano, degli eccessi mondani, e dell’ostentazione del denaro stanno via via venendo meno. Villa Certosa dimora estiva di Silvio Berlusconi, scenario fino allo scoppio del Ruby gate di feste epiche pari ai Lupercali e alle baccanali, ha chiuso i battenti. Quella che un tempo era la residenza privilegiata di capi di stato, veline, e politicanti sembra sospesa in undestino a metà strada tra la Casa del Nespolo dei Malavoglia e la residenza “Tara”degli O’Hara di Via con Vento. Daniela Santanche e Flavio Briatore, hanno detto addio al Billionaire, fino all’anno scorso, tempio indiscusso della movida ricca e molto “cafonal” della costa Smeralda. Emilio Fede e le sue “meteorine” sono scomparsi dai radar. Lele Mora già cerimoniere delle serate sarde , ha scontano più di un anno di carcere, per bancarotta. Appena fuori oltre ad avere assunto l’aspetto di un naufrago uscito dalla penna di Daniel Defoe e non dall’ “isola dei famosi” di Simona Ventura, si è ridotto stando alle cronache, a fare con alcuni suoi amici delle bischerate a Courmayeur. Da agente dei vip sembra aver assunto la parte di uno dei decadenti personaggi del film “Amici miei” di Monicelli.
Fabrizio Corona, che in passato con le foto ed i ricatti dei vip aveva iniziato una promettente start up, a Porto Rotondo non ci ha messo piede. Mancava la materia prima. A Ferragosto non gli è stato permesso nemmeno di sbarcare a Capri. La sua presenza e quella dei suoi tatuaggi non era gradita nell’isola regina della “dolce vita” sin dai tempi dell’imperatore Tiberio. La sua ex fidanzata Belen Rodriguez famosa soprattutto per un tatuaggio sull’inguine è emigrata a Formentera , mentre la sua presunta nuova fiamma Nicole Minetti, insigne consigliere della regione Lombardia è dovuta scappare a Miami per trovare un po’ di tranquillità e concentrarsi sulla sua attività (a)politica. Roberto Formigoni, sponsor insieme a Don Verzè e Silvio Berlusconi, della focosa Minetti ha promesso che dopo gli scandali sulla sanità lombarda non metterà piede su uno yacht sino al 2050, mentre Roberto Maroni visto la brutta aria che tira al nord ha deciso di tenere un comizio il 18 agosto al Porto dell’Isola Rossa, a Trinita’ d’Agultu, Provincia di Olbia-Tempio. Altro che Ponte di Legno come faceva Bossi. L’ex ministro dell’interno è uno dei pochi politici insieme all’attuale ministra del lavoro Elsa Fornero a viaggiare contro corrente. La maggior parte torna nel continente, loro invece subiscono ancora il fascino imperituro dell’isola.
Nonostante le eccezioni però qualcosa sta cambiando. L’ideale del giovane maschio italiano non è più Costantino Vitagliano, mentre l’uomo maturo non spera più di avere successo come Flavio Briatore. I modelli di riferimento ora sono più terra terra. Chi riesce a pagarsi un mutuo o a destreggiarsi tra le aliquote è già un eroe. Chi ha uno stipendio fisso tutti i mesi, ce l’ha fatta. E come cantava Morandi uno su mille ce l’ha fa. Quelli che lasciano la città per farsi tre giorni ad Ostia, o ad Ansedonia come il presidente della Camera possono ritenersi fortunati. Con o senza scorta. Non c’è più bisogno di quel mondo patinato in cui la politica, lo show e la tv erano diventati così vicini e promiscui da sembrare (quasi) la stessa cosa. Se una volta tutti parlavano del fumo del vulcano artificiale di Berlusconi che eruttava a Villa certosa, mentre oggi tutti dibattono del fumo delle ciminiere dell’Ilva di Taranto che rischia di non uscire più, vuol dire che siamo un po’ diversi rispetto a prima. Non tutte le crisi vengono per nuocere.