Il settimanale tedesco ha consultato centinaia di documenti governativi, dai quali emergerebbe che l’esecutivo di Ciampi e di Prodi raggiunse i requisiti con “misure cosmetiche” e un po’ di fortuna. Ma il cancelliere chiuse gli occhi per “opportunità politica”
L’ingresso dell’Italia nell’euro è stato truccato. Il nostro paese non avrebbe avuto i requisiti economico-finanziari necessari, ma per ragioni di opportunità politica la Germania di Helmut Kohlavrebbe chiuso un occhio. Lo sostiene un’inchiesta del settimanale Spiegel, dal titolo ”Operazione autoinganno”, basata sulla consultazione di centinaia di pagine di documenti del governo Kohl sull’introduzione dell’euro tra il 1994 ed il 1998. Si tratta di rapporti dell’ambasciata tedesca a Roma, di note interne dell’esecutivo e di verbali manoscritti di colloqui avuti dal cancelliere della riunificazione.
“I documenti dimostrano ciò che finora si supponeva: l’Italia non avrebbe mai dovuto essere accolta nell’euro”, scrive lo Spiegel, aggiungendo che a decidere sull’ingresso dell’Italia “non furono i criteri economici, ma le considerazioni politiche”.