Magazine Cucina
Ciao a tutti... ricominciata la settimana , il tran tran quotidiano , treni , code , caffè frettolosi alle macchinette prima di entrare e uscire da università , uffici ... Sarà il periodo , ma ho voglia di un ritmo differente , scandito dalle stagioni , dalla luce e dalla notte , dal freddo e dal caldo , accompagnata da suoni che non hanno niente di lontanamente innaturale . Molti sognano una carriera , più soldi , più vestiti , il modello nuovo di qualcosa che tra 6 mesi sarà vecchio , più vacanze in posti dove si andrà di nuovo a far la fila per qualcosa e foto che tutti quelli che sono passati di lì hanno in uno degli album dimenticati tra gli scaffali o in una cartella del computer ... Ho cambiato prospettiva forse : la cucina come distrazione forse non basta a volte , e mi appare la fantasia di una vita diversa , forse più faticosa ma genuina ... e quindi dal desiderio di un'osteria atipica i miei sogni vagano ad una giornata atipica , in un posto mio , nato dalle mie mani e dalla mia schiena , un luogo dove gli impegni non sono scritti su un'agenda ora per ora , ma diventano gesti ritmici di consapevolezza . La terra , quello che ti può dare , quello che tu puoi dare a lei , uno scambio equo che credo dia più soddisfazione di un 30 all'università o 2 giorni in più all'anno di ferie pagate . Non è necessario allontanarsi poi troppo dalla "civiltà" , in Liguria l'interno è a due passi dai centri marittimi più serviti , per non dire dietro l'angolo . Si parte comunque la mattina presto , prestissimo veramente , ma con una boccata di aria fresca che rigenera i polmoni e frizzantina sveglia tutti i sensi , e una musica nuova : il silenzio intervallato da insetti canterini e uccelli in cerca della colazione . Così vedo l'orto dalla finestra , ancora luccicante di rugiada e il vento scuote le piante aromatiche riempiendo di profumi la mattina . Crescono da sole ora , non come nei vasi sul terrazzo , e sono belle forti e sempre rigogliose . Le mie colture non sono ancora tantissime , ma penso a quanto impegno c'è voluto per capire il momento giusto per piantare i pomodori , a come legarli senza rovinare la pianta e a quanto ce ne vorrà ancora per evitare di farmene mangiare mezzi da delle bestioline che non ho ancora capito da dove vengono , perchè la mattina vedo solo i buchi neri sui bei frutti succosi . Allo stesso tempo però sono contenta , perchè finalmente mangio dei pomodori che sanno di pomodoro , e faccio ogni tipo di conserva gustosa , dolce o salata per non buttarne via neanche uno , ma anche per divertirmi a sperimentare . In questo modo non compro quelli di serra o provenienti da altre parti del mondo , ma anche durante la stagione invernale ne apprezzo la genuinità . Ho imparato che ce ne sono di numerose specie , e che ognuna regala dolcezza e acidità in parti diverse , ma anche quali riesco meglio a gestire vista la mia ancora minima esperienza e quali avrò voglia di provare l'anno successivo . Ci sono numerose specie però di ogni verdura che prima si vedeva sola sui banchi del supermercato , e ognuna ha un sapore e una consistenza diverse , e così posso davvero divertirmi con gli accostamenti e i sapori (quelli veri ) e non mi sembra mai di aver riproposto lo stesso piatto . In più sono tranquilla , perchè ho anche imparato a farmi il concime quasi tutto da sola , e sicuramente non corro rischi se ho voglia di addentare qualcosa di maturo mentre controllo lo stato delle piante .Vedo i colori che la stagione mi offre giorno dopo giorno , e li ritrovo nel piatto la sera e diventano profumi consistenti , pieni di magia . Oltre l'orto e il pollaio , più in là , oltre i fossi per far incanalare l'acqua , vedo le piane , e gli alberelli che erano solo innesti iniziano a fare i frutti , ogni anno sempre più numerosi , ogni anno sempre più belli . Qualcuno non mi ricordo nemmeno di averlo piantato e mi ritrovo con tanti frutti diversi in ogni stagione , dai fichi alle pesche , mele , pere , ciliege , amarene , albicocche , cachi , limoni , mandarini , feijoe , melograni , prugne , ermotti , noci , nocciole e in realtà mi sono proprio sbizzarrita perchè volevo provare a vedere se nascevano tutti , e se davvero con un pò di cure e impegno la terra mi ripagava così generosamente . La cosa bella è che mentre si lavora si può mangiare un frutto sotto la pianta in un momento di fame isterica e il loro sapore inebria le papille gustative , che fino a pochi anni prima non pensavano neanche che le pesche fossero così saporite . Ci sono altri alberelli ancora piccoli , consigliati dalla mia amica Eugenia che ha alle spalle una cultura familiare in quanto a piante e chissà se verranno su bene o se come l'anno scorso la gelata me li farà morire ... speriamo di no ... Con lei facciamo tutto il possibile per sfruttare al meglio quello che matura , perchè anche lei è davvero brava in cucina , e ci siamo messe in testa di creare una piccola azienda agricola , senza grandi pretese , ma a Natale presenteremo i nostri prodotti ad un mercato dei sapori , comprese le conserve classiche e quelle che ci siamo inventate tra un dolcetto e un tè nelle giornate di pioggia battente . Inoltre dovremmo entrare in una piccola cooperativa di agricoltori , in questo modo , se tutto va bene , potrò avere latte fresco , formaggi , farine , vino e olio extravergine senza intermediari , e potrò creare altre idee per il nostro spaccio e le piccole fiere a cui potremo presentarci . Così oltre a mangiare sano e auto-produrre gran parte dei pasti , potrò sostenere l'acquisto di un impianto fotovoltaico per l'energia che serve in casa e nell'orto , sostanzialmente facendo quello che mi piace di più , creandolo dall'inizio però , con l'esperienza e tanta pazienza.... Da qui la fantasia può andare avanti , e chissà se prima o poi si avvicinerà alla realtà? Mi viene da pensare che sarebbe un buon modo per coinvolgere la mia famiglia e la mia mica Eugenia , per i consigli e l'esperienza che possono avere ( I miei zii erano agricoltori veri , e mio padre ne ha acquisito non poche nozioni ) nel mio quotidiano e poterli avere vicino . Senza contare allo stile di vita che potrei garantire ad un'eventuale MIA famiglia , dove i valori certamente non sarebbero quelli del consumismo di massa che inevitabilmente escono dalla vita cittadina , dai sabati passati in coda per andare dalle città di lavoro ai luoghi di vacanza , o per negozi . Mi piace pensare che potrebbe essere un buon modo per crescere stare a contatto con tutta la famiglia e la natura , valorizzando l'unica cosa che sembra non avere più valore oggi : IL TEMPO , quello di qualità . Per ora mi devo accontentare dei miei vasi sul terrazzo , che anche se piccoli hanno la loro funzionalità e delle passeggiate della domenica con mio padre nei boschi raccogliendo quello che si trova . Mentre se capita e si ha tempo si va con mia madre dai contadini direttamente per trovare i frutti di stagione al giusto prezzo e del giusto sapore . E pensare che tutto questo pensiero è partito mentre passeggiavo nel giardino di Eugenia , raccogliendo Feijoe mature a terra per farne una marmellata ... Mi direte "che cosa sono le Feijoe?". Sono questi frutti a scorza verde , originari del Sud America , che ho scoperto essere tipici anche in liguria (dove si trova il mio orto immaginario) e sardegna se pur non molto conosciuti . Hanno una polpa giallina , un pochino gelatinosa che ricorda un miscuglio tra banana , ananas e fragola , e sono maturi nel periodo di fine settembre - ottobre . Le ho accostate ai Pinoli perchè con la loro dolcezza accompagnano la leggera acidità dei frutti , per poi sposarsi perfettamente . I Pinoli sono assolutamente tipici della cicina genovese , e si possono anche raccogliere dalla fine di Ottobre fino a fine novembre . Basta gravitare sotto ai Pini e prelevarli dalle pigne , per poi pestarli per liberarli dal guscio . Per conservarli al meglio si usa metterli in un barattolo a chiusura ermetica e tenerli in frigo . Io li mangio così , anche appena raccolti passeggiando ,e da lì è partito il castello .... Poi ho fatto la marmellata ...
Ingredienti per 10 barattoli da 212 ml :
2,5 Kg di Feijoe (Raccolte fresche fresche) 2 Mele Renette (che ovviamente saranno nel mio orto immaginario) 80 g di Pinoli 600 g di Zucchero di Canna il Succo di 1 Limone Tagliare a metà la Feijoe e prelevarne la polpa aiutandosi con un cucchiaino per poi metterla direttamente nella pentola di cottura della marmellata . Io di Solito uso quella di rame , come faceva nonna .
La polpa ossida velocemente , quindi man mano che si preleva si deve mescolare al succo del limone . Quindi sbucciare le mele e unirle a tocchetti alla polpa delle feijoe . Unire lo Zucchero e accendere il fuoco a fiamma media , facendo cuocere dal bollore per 15 minuti . Quindi passare la marmellata al passaverdure e cuocere ancora 10 minuti . Intanto Prendere i Pinoli e il mortaio . Il mortaio è il tipico strumento genovese dove si prepara il pesto , scavato nel marmo col suo bel pestello in legno . Con questo strumento in questo caso ne ho fatto una crema , facilmente ottenibile grazie alla loro parte grassa e oleosa . Spegnere il fuoco e aggiungere la crema di Pinoli , mescolando per bene . Invasare in contenitori sterilizzati per 20 min in acqua bollente e ben asciutti . Chiudere ermeticamente e capovolgere . Lasciar raffreddare per poi rigirarli nuovamente .
La marmellata ha un sapore unico , davvero particolare ... da provare!
Come tante marmellate è ottima per ogni tipo di preparazione e da accompagnare a fette biscottate opane appena tostato .
Con questa ricetta partecipo al contest " In Cucina Con il Club Delle Cuoche - Voglia di Orto : maramao perchè sei morto? " di Cook'n' Book
Buona Settimana a tutti!!!!!!!!
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