Nel luglio del 1929 Heidegger tenne all’Università di Friburgo, dov’era tornato come successore di Husserl, una magistrale Prolusione in cui, prescindendo dalle manifestazioni storiche della metafisica e dal modo in cui essa è stata di volta in volta compresa, mostrava in che cosa consistesse la sua essenza e quale rapporto intrattenesse con l’esistenza dell’uomo, con il suo «esserci» (Dasein). Sospeso tra l’essere e il nulla, l’uomo giunge attraverso l’angoscia, che è un’esperienza fondatrice, a porsi la questione-cardine: Perché è in generale l’ente e non piuttosto il Niente?
Che cos’è metafisica? (PDF)