Mass media e l'immagine delle donne: pulizia di primavera, cosa butto e cosa tengo

Anche questo mese partecipo con piacere, e sempre più con orgoglio, a questa staffetta DI BLOG IN BLOG, che ogni 15 del mese coinvolge quasi 300 blogger su un tema scelto da tutti i partecipanti.
Questo mese il tema è un po' più diretto e vorrebbe dare la possibilità a tutti i partecipanti della staffetta di ..sbottonarsi un po': Pulizia di primavera, cosa butto e cosa tengo.
Ho pensato a lungo a cosa potessi "buttare giù" dalla metaforica torre e cosa tenere. Non che mi manchino gli spunti, purtroppo!Poi l'altro ieri mi sono ritrovata a guardare la televisione sbigottita e ho pensato che alcuni programmi e
personaggi mediatici legati al mondo femminile, dell'immagine corporea, della moda e della salute sarebbero proprio da buttare giù dalla torre.Esistono infatti show televisivi che, tra interventi estetici e cure dimagranti, promuovono un percorso femminile di cambiamento superficiale e del tutto scisso da un reale lavoro sulla consapevolezza del disagio dei protagonisti, come se "un'immagine" nuova, possa cambiare le cose: le insicurezze, l'insoddisfazione, la paura degli altri e migliorare le relazioni affettive.
Ed ecco allora chi sarebbe proprio da bandire nella mia classifica:
1°. Cambio vita... mi trasformo: come illudersi che i problemi si possano risolvere da fuori e non da dentro.
Un docureality italiano presentato da Natasha Stefanenko che accompagna il protagonista attraverso un percorso fatto di interventi chirurgici ( non sempre comprensibili ) e chiacchiere del tipo :"Finalmente sono davvero quello che volevo essere!" come se avere una cicatrice di 30 cm sulla pancia sia sempre più augurabile che una realistica e sana pancetta rilassata dopo 5 gravidanze. Niente da ridire contro i protagonisti che vivono un profondo problema di identità psicologica e corporea, ma resto esterrefatta dagli autori del programma e dal coach life ( ? ) che vedendo entrare nella sua stanza per un colloquio finale, una delle signore dopo "il cambiamento" chirurgico, esulta entusiasta "Oh! Ma adesso si che sta bene! Dimostra almeno 20 anni in meno!", come se avere 50 anni sia un'onta da eliminare a suon di bisturi.
2°. The biggest loser - Sfida all'ultimo chilo: vince chi dimagrisce, chi no...è fuori gioco.
Show televisivo che piace tanto agli americani ( numerosissime edizioni del programma dal 2004 ad oggi ) dove un gruppo di concorrenti in grave sovrappeso, iniziano una competizione ai confini del sadismo, per perdere peso. Ogni turnata, chi non perde peso sufficiente, se ne torna a casa, fino a che non rimane un unico vincitore.
Da dove partire prima per elencare i messaggi fuorvianti di cui è intriso un programma televisivo del genere?
Basterebbe dire che il titolo americano si basa su un gioco di parole discutibile: "loser" vuol dire sia colui che perde qualcosa ( in questo caso il peso) sia essere un "perdente". Quindi potremmo leggere il titolo come "il più grande perditore di peso" così come "il più grande perdente" cioè l'obeso pigro e che si lascia andare, non di certo "un vincente" secondo una certa tipologia di pensiero superficiale, che ottiene il suo riscatto sociale attraverso la dieta.
Ecco il trailer, se vi fosse venuta curiosità.

3°. Extreme makeover: diet edition: palestra, dieta e dolore.
Al terzo posto della mia lista nera, troviamo questo programma molto noto in America ed anche da noi ormai: 1 anno per perdere peso in situazioni di grave obesità, dove il protagonista viene seguito dalle telecamere per affrontare il cambiamento, durante tutto l'arco di 1 anno.
L'attenzione è rivolta all'educazione alimentare e all'attività sportiva, ma nessuno parla di sostegno psicologico. Come se l'obesità fosse una questione di abitudini sbagliate e nessuno sente la necessità di capire "perché".

Gli aspetti psicologici in questo genere di programmi televisivi sono messi in secondo piano, se non del tutto negati, come se il corpo fosse un soggetto a sé stante e le emozioni e la vita psicologica dei protagonisti facessero la parte di un appendice non degna di rilievo.
Certo i tempi televisivi non sarebbero mai in sincronia con i tempi di un percorso psicoterapeutico, che nei casi dei disturbi alimentari sono spesso più lunghi di 1 anno.
Ma poi, non è più semplice raccontarsi che basta la "buona volontà" per controllare il proprio corpo? Piuttosto che interrogarsi sul disagio reale e concreto che vivono alcune di queste persone, che non si risolverà con la perdita di peso?
Spesso il focus di questi show è l'obiettivo, il farcela, il riuscire a superare i propri limiti.
E se non ce la facciamo?
Se ci sentiamo sconfitti, tristi, inutili, falliti?
Non abbiamo diritto a vivere anche queste emozioni?
E se abbiamo un corpo che non ci piace non abbiamo diritto a chiederci perché? Qual è la nostra identità e cosa cerchiamo con la trasformazione e la manipolazione del corpo?
Il corpo racconta le memorie e la storia di ognuno di noi, quando nasce il desiderio di cambiare, dietro stanno avvenendo importanti processi e non sempre sono positivi: ci possono essere paure e insicurezze, da cui vogliamo fuggire e l'intervento sul corpo pare essere un buon compromesso per non affrontarle.
Avrei ancora tantissimo da dire, ma passiamo a chi invece nel mondo dei mass media metterei nella classifica dei "preferiti":
1° Fermiamo la pubblicità sessista. #adci
Una campagna contro la pubblicità sessista in Italia, promossa dall’Art Directors Club Italiano.
Finalmente qualcuno che ci ricorda con delle immagini provocatorie che le donne non sono solo mamme che fanno il bucato più bianco che non si può, anche per la festa della mamma o che preparano colazioni da campioni.
Mass media e l'immagine delle donne: pulizia di primavera, cosa butto e cosa tengo

Mass media e l'immagine delle donne: pulizia di primavera, cosa butto e cosa tengo

Ringrazio Benedetta Gargiulo, di Donne in ritardo, per la segnalazione sul suo bellissimo blog.
2° Susie OrbachUn personaggio che davvero ha fatto la rivoluzione nel campo dei problemi dell'immagine corporea e la rappresentazione psicologica e sociale è la psicoanalista Susie Orbach, scrittrice e fondatrice di Anybody, associazione no-profit di di donne e uomini provenienti da differenti ambiti: psicologia, media, moda, diritto, arte, ricerca e mondo accademico. Il loro lavoro è centrato a favorire un cambiamento negli atteggiamenti culturali verso il corpo, il cibo e l'alimentazione in modo che le donne e i bambini delle future generazioni possano imparare ad migliorare il rapporto con il proprio corpo.Attraverso campagne pubblicitarie e commissioni parlamentari promuovono la salute psicologica e fisica, spesso sfidando le industrie milionarie della dieta e della moda.
3° I MurrE al terzo posto?Avrei molti nomi di giornalisti, fotografi o altro..ma per la televisione i "buoni esempi" scarseggiano.Quindi datosi che vorrei spezzare una lancia a favore di chi lavora nel campo della moda e dell'immagine, ecco un raro buon esempio: Antonio e Roberta Murr. I Murr sono famosi consulenti d'immagine, che invece hanno un'idea molto precisa di come il lavoro sul restyling di una persona, passa sempre e comunque, per un processo interno e psicologico che non possiamo ignorare.Eccoli in un'intervista

Concludo dicendo che devo ammettere che queste brevi classifiche sono da estendere a tanti altri personaggi, ma ora sono in attesa delle vostre riflessioni :)
Vi ricordo che mercoledì 29 maggio sarò presso la sala comunale di Pesaro con il mio workshop Autostima e Immagine corporea femminile, per parlare di questi temi e altro ancora.
Se volete venirmi a trovare potete guardare qui.
Mass media e l'immagine delle donne: pulizia di primavera, cosa butto e cosa tengo