Le ultime due giornate di sfilate meneghine possono riassumersi sotto una sola parola: Gucci. Una collezione preparata in sette giorni, dopo l’addio anticipato di Frida Giannini, dal suo braccio destro Alessandro Michele. Un uomo nuovo, decisamente lontano dalla silhouette Gucci a cui siamo abituati: un look romantico, vagamente 70’s, che attinge dal guardaroba femminile in fatto di lunghezze e materiali. Il pizzo delle t-shirt spunta dai pull corti, i pantaloni palazzo si fanno morbidi e i capispalla si accendono di colori decisi e forti. Il floral delle camicie incontra, inaspettatamente, i motivi rigorosi degli abiti asciutti. Un’anticipazione del Gucci che sarà? Probabile.
Un uomo boho-chic che non perde di vista le peculiarità che da sempre ne delineano lo stile, è quello sceso in passerella da Fendi: il velluto incontra la pelle, materiale da sempre caro a Silvia Venturini Fendi. I capispalla sono preziosi: il montone si alterna alla pelle dei trench stretti in vita, sapientemente posti sui morbidi maglioni effetto dégradé. Gli accessori attingono dall’universo street e spaziano dai comodi zaini alle capienti borse weekend.
Decisamente più formale e rigorosa è la proposta di Andrea Pompilio per Canali. Il doppiopetto dei cappotti la fa da padrone, insieme alle righe e alle stampe grafiche. Non c’è spazio per il casual, tutto è un crescendo di eleganza silenziosa: gli smoking dal taglio classico con dettagli in raso ne sono la testimonianza.
Chiude la nostra carrellata milanese MSGM. Giorgetti propone il più classico dei guardaroba maschili. Tutti i capi essenziali sono presenti: cappotti, giacche denim, cinquetasche, comode felpe e camicie. La silhouette è quella cara al marchio, aderente e ben strutturata. Più che su lunghezze e volumi, la collezione si sviluppa attorno a pattern e stampe: animalier e vaghe eco spaziali sono il punto di forza dei dettagli che fanno la differenza.
Andrea Pesaola
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