Magazine Cucina
Canzone consigliata per la preparazione: "Farewell", Francesco Guccini
Addio alla Terra.
Stiamo lasciando il pianeta Terra, la nostra terra. Mi trovo all'interno di una delle ultime navicelle che partiranno da 01Roma. Entro le 15.15 di oggi dovremo essere tutti fuori, ma se ci riusciremo prima sarà anche meglio: le radiazioni non guardano al tempo e sarebbe un disastro se il vento cambiasse prima di aver evacuato tutti. Ci porteremo dietro le radiazioni, sempre che qualcuno di noi non le abbia già addosso.
Già, le radiazioni. Invisibili e letali.
Accanto a me migliaia di vecchi, donne, bambini. Famiglie intere. Ma nessuno mi presta attenzione: la confusione è assoluta, l'angoscia e il terrore dilagano sui volti provati della gente. Io stessa tremo come una foglia, non riesco a concentrarmi in alcun modo e mi accorgo che a volte la mia mente si annebbia e mi ritrovo a farfugliare nervosamente qualcosa di incomprensibile.
E' questione di un attimo, poi torno lucida.
Temo il momento in cui arriveremo a Takuteròs: i nativi sono stati buoni ad ospitarci, ma in fondo al cuore temo che in realtà la loro non sia gentilezza... ci tratteranno come schiavi, ci odieranno, ci considereranno diversi, noi che abbiamo donato loro tutte le nostre più preziose ricchezze.
I pozzi di petrolio. L'oro. I diamanti, famosi in ogni galassia. Diverrà tutto loro.
A quanto pare sono immuni alle radiazioni nucleari, e così diventeranno padroni della nostra terra senza nemmeno conoscerne la bellezza.
D'altra parte, nemmeno noi uomini la conoscevamo.
E' uno sforzo scrivere, non sono più abituata, e forse sono una delle poche persone ancora in grado di farlo ad oggi, alle soglie del 2330. Mi tremano le mani, eppure cerco di seguire quei pochi consigli che mi diede mio nonno quando, un giorno di almeno cinquant'anni fa, gli chiesi di insegnarmi a scrivere.
<<Una bella scrittura è importante: solo così chi leggerà potrà capirti.>>
Avrei dovuto ascoltarlo di più, quando mi parlava dei tempi andati, ma spero che comunque qualcuno, prima o poi, possa sistemare queste mie parole.
In lontananza si sente un suono metallico, il segnale di partenza.
Guardo la Terra dall'alto forse per l'ultima volta.
Solo il tempo di pensare a quanto è bella, e non c'è più.
Con questo breve racconto (anche se in realtà già troppo lungo per le righe stabilite!) partecipo con gioia al contest ""la Singolar Tenzone", dei blog "Indovina chi viene a cena?" e "Bambini golosi".
Mi sono scervellata giorni e giorni alla ricerca del dolce che avrebbe potuto accompagnarlo, e poi, all'improvviso, mi è venuta in mente La Torta, quella con la lettera maiuscola.
Il classico dei classici, la Torta della Nonna, quella che non a caso mi preparava sempre mia nonna (anche se la sua versione non prevedeva il doppio strato di frolla) quando andavo a trovarla.
Torta che in realtà negli ultimi tempi è stata un po' messa da parte per far spazio a dolci molto più elaborati e chic, ma che anche solo dal profumo dà - a parer mio- un senso di famiglia indescrivibile.
I ricordi riaffiorano ad ogni morso: la casa in paese, le ginocchia sbucciate, il nonno che faceva il vino in cantina e il sole cocente che risaltava i colori dei pomodori nell'orto.
L'amore per la nostra terra.
Proprio quello di cui volevo scrivere.
Ingredienti per circa 6 tortine:
Per la pasta frolla:
- 200 g di burro freddo
- 400 g di farina
- 4 tuorli
- 1 pizzico di sale
- 1 bustina di vanillina
- 150 g di zucchero a velo
- pinoli q.b.
- zucchero a velo per la decorazione
Per la crema:
- 3 tuorli
- 50 g di farina
- 50 g di zucchero
- 1/2 litro di latte
- la scorza di un limone (rigorosamente biologico)
Per la pasta frolla tritate nel mixer la farina, un pizzico di sale e il burro freddo di frigorifero fino ad otternere un impasto sabbioso. Aggiungete lo zucchero a velo e poi formate una fontana, al cui centro verserete la vanillina e il tuorli.
Impastate velocemente il tutto fino ad ottenere un impasto compatto e piuttosto elastico, avvolgetelo nella pellicola per alimenti e fatelo riposare in frigorifero per almeno un'ora.
Nel frattempo preparate la crema pasticcera: scaldate il latte insieme alla buccia del limone finchè quasi non è giunto a bollore, poi spegnetelo e filtratelo. Sbattete i tuorli in un pentolino insieme allo zucchero, aggiungete la farina e il latte caldo e trasferite la crema sul fuoco mescolando continuamente finchè non si sarà addensata.
Spegnete il fuoco e lasciatela raffreddare, mescolandola di tanto in tanto in modo che non si formi la pellicola. Imburrate ed infarinate gli stampini, stendetevi sopra un primo strato piuttosto sottile di pasta frolla e bucherellatelo con i rebbi di una forchetta. Versateci poi la crema a cucchiaiate e ricoprite le tortine con un altro strato di pasta frolla formando anche un bordino.
Spennellate la superficie di latte, versateci sopra una manciata di pinoli ed infornate a 180° per circa 40 minuti. Infine spolverizzatele di zucchero a velo e servite.
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