Con l’inizio di ogni stagione, un rito usuale degli amanti della palla a spicchi americana è lo stilare le classiche e spesso fuorvianti “griglie di partenza“, considerando i roster a disposizione delle squadre e i loro possibili obiettivi per l’annata.
In queste griglie vengono poi inserite anche quelle che potrebbero diventare le “squadre rivelazione dell’anno“, cioè quelle franchigie capaci di partire dal basso e risalire grazie a qualche rookie, o chi ha fatto il miglior mercato ed è capace di confermarsi ad alto livello.
Quest’anno ad Est potrebbero ergersi a rivelazione i rinfrescati Indiana Pacers che dopo tanti problemi post rissa al Palace of Auburn Hills si sono ripresi costruendo una bella squadra giovane e pronta ad esplodere. Ad Ovest, invece, chi inizia ad attirare un certo interesse sono i Minnesota Timberwolves; una franchigia che se fosse di casa nella Eastern Conference avrebbe di sicuro maggiori chance di battagliare per i playoff.
Costruita attorno al prodotto di UCLA Kevin Love, un talento puro e ormai top player della Lega nel suo ruolo, capace di viaggiare a 20.2 punti e 15.2 rimbalzi la scorsa stagione e 23.6+14.7 quest’anno, Minni l’anno passato ha aggiunto Michael Beasley dai Miami Heat, ragazzo giovane di straordinario talento, purtroppo non ancora del tutto riconvertito in prestazioni da ovazione; in ala piccola/guardia invece dal draft è arrivato Wesley Johnson, ottimo tiratore ancora troppo discontinuo.
I risultati non sono stati buoni ma la crescita del gruppo è stato costante e questa estate ci sono state altre aggiunte importanti: Ricky Rubio in primis, che dopo l’”apprendistato” al Barcelona (non esaltante) sta facendo girare parecchie teste in queste sue prime apparizioni.
Se a questo aggiungete le mine vaganti Wayne Ellington, Antony Tolliver e per concludere l’esperienza di coach Rick Adelman (che non ha avuto molta fortuna a Houston), otterrete un roster giovane, di talento e che nonostante più bassi che alti (3-7 il record) ha già dato qualche dispiacere a Spurs e Mavericks.
In più molte sconfitte (contro Oklahoma City e Miami) sono arrivate sul filo del rasoio, ed è indubbiamente indice di una squadra che ha voglia di confrontarsi ad alti livelli a cui però manca un go-to-guy capace di abbinarsi perfettamente a Kevin Love.
Ripercorrere la marcia trionfale dei Thunder della scorsa stagione è praticamente impossibile, ma questi Wolves hanno sicuramente la possibilità di migliorare il record della passata stagione e battagliare magari per l’ottavo posto che vale i playoff.