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Nba: lockout, l’accordo sembra vicino

Creato il 28 ottobre 2011 da Basketcaffe @basketcaffe

Nba: lockout, l’accordo sembra vicino Facce sorridenti, visi distesi. Buoni segnali da parte dei protagonisti dopo il secondo giorno consecutivo di trattative tra Nba, proprietari e associazione giocatori per trovare un accordo sul nuovo contratto collettivo e sollevare il lockout. Adam Silver, David Stern, Billy Hunter e Derek Fisher, hanno mostrato per la prima volta dopo molto tempo delle indicazioni estremamente positive e sembra che, salvo colpi di scena, l’accordo sia imminente. Potrebbe addirittura arrivare oggi, visto che è in programma una nuova riunione, a conferma delle voci trapelate già ieri su un’intesa entro il fine settimana.
Probabilmente il mediatore Cohen, ma soprattutto il messaggio mandato dal presidente Barack Obama, sono stati quella spinta necessaria affinchè le fazioni deponessero le armi e cominciassero a ragionare per il bene comune. Visto che, cancellare altre due settimane di partite, sarebbe stata una perdita, economica ma non solo, enorme.

Nba: lockout, l’accordo sembra vicino Da quanto trapela, ancora una volta non si è parlato di BRI (la divisione degli introiti), ma le parti sono vicine per quanto riguarda le concessioni all’interno del sistema salariale. I proprietari sono fermi sul 50-50 mentre l’associazione giocatori potrebbe spingersi fino al 52-48 (sempre tenendo contro che partivano dal 57-43 del vecchio contratto collettivo). Billy Hunter ha comunque espresso ottimismo:

Penso che ci stiamo avvicinando, la distanza che ci divide dall’accordo si è ridotta. E’ solo una questione di come la Nba recepisce le nostre mosse e se vogliono concludere la trattativa o meno“.

Anche il commisioner David Stern si è espresso al termine della riunione di ieri:

Non ci sono garanzie che concluderemo l’accordo, ma abbiamo intenzione di dare un segnale importante domani (oggi, ndr). Penso che Billy e i negoziatori del sindacato condividano il mio pensiero“.

Oggi sarà dunque la giornata decisiva ed è l’ultimo appello affinchè si possa avere ancora una stagione da 82 partite. I segnali sono positivi e incoraggianti (sembra che l’Nba abbia già chiesto che le arene si rendano disponibili fino al termine di aprile per una regular season inoltrata) ma ci sono ancora delle nubi minacciose che lasciano qualche dubbio, anche perchè i soldi in ballo sono tanti e, a differenza di Billy Hunter, Derek Fisher è un osso molto più duro da spolpare.



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