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NBA: “nuovi equilibri cercasi” ai Thunder

Creato il 31 ottobre 2012 da Basketcaffe @basketcaffe

Agli Oklahoma City Thunder è il momento di parlare del post James Harden. Difficile dire ora se scambiarlo, con Cole Aldrich, Lazar Hayward e Daequan Cook, per Kevin Martin, Jeremy Lamb e due prime scelte, sia stato giusto o sbagliato, postivio e negativo: saranno i risultati a dirlo, sia quelli dei Thunder, sia quelli dei Rockets. Certamente il gm Sam Presti ha fatto una scelta coraggiosa, ha smontato un giocattolo funzionante e spettacolare, reduce dalle finali Nba, pur di salvaguardare la salute economica della franchigia. E’ stato coerente perchè fin dall’inizio, dopo il rinnovo di Ibaka, non ha mai fatto promesse, pur dichiarando di voler fare il massimo per trattenere il Barba. Come cambia però ora OKC?

In termini salariali lo scambio permette ai Thunder di avere molta flessibilità sotto il cap, soprattutto considerando che, almeno fino a fine 2015, Durant, Westbrook, Ibaka e Perkins costeranno intorno ai 55 milioni di dollari. Estendere Harden al massimo, avrebbe riempito il cap, costringendo la dirigenza a sforare, e quindi a pagare la luxury tax, per completare il roster. Come ha sempre detto Presti, il mercato di Oklahoma City, che non è New York, Los Angeles o Chicago, nonostante i brillanti risultati della squadra, non permette di eccedere e quindi accollarsi la tassa di lusso.

Da aggiungere poi che il contratto di Kevin Martin, la guardia arrivata da Houston, è in scadenza e quindi a fine 2013 libererà 12 milioni di dollari. Poi c’è il talento giovane di Lamb e soprattutto le scelte, due first pick, una da Toronto e una da Dallas, e una second pick, dagli Charlotte Bobcats. Presti ha costruito questa squadra attraverso i Draft, azzeccando praticamente ogni chiamata (Cole Aldrich?), e questo fa ben sperare per il futuro. Anche nelle trade il dirigente cresciuto a San Antonio non ha quasi mai fallito, tenendo conto di come ha preso Sefolosha e Perkins, che la cessione di Jeff Green ai Celtics ha lanciato Ibaka e Harden e che magari, ora, potrà mandare in orbita qualcun altro (Reggie Jackson?).

In termini di squadra, è normale che coach Scott Brooks dovrà ridisegnare gli equilibri e che, sulla carta, i Thunder non sembrano più in prima fila per tornare alle Finals, senza il giocatore che gli cambia le gare dalla panchina, il sesto uomo del’anno 2012. Nell’ultima stagione, Harden e Collison erano gli uomini che guidavano il secondo quintetto, e spesso finivano le partite con Westbrook, Durant e Ibaka (o Sefolosha). Ora il ruolo di Harden verrà preso da Kevin Martin, gran tiratore, terrificante attaccante (20 di media facile), ma certamente meno creatore di gioco del Barba e probabilmente da rivedere al fianco di Durant e Wetsbrook.

La panchina avrà ancora Nick Collison, ci sarà il ritorno di Eric Maynor come playmaker, e, oltre a K-Mart, potrà contare sul talento giovane di Perry Jones III e appunto Jeremy Lamb come ali, senza contare Hasheem Thabeet, progetto sui cui Presti conta come backup di Perkins. I dubbi su Lamb riguardano la tenuta mentale, non certo le capacità, e a OKC potrà crescere senza pressioni, così come PJ3, considerato un furto all’ultimo Draft. Inoltre, potrebbe finalmente arrivare il momento di Reggie Jackson, prima scelta 2011, play dal grande atletismo e dall’immensa apertura alare, reduce da un’annata da rookie con 3 punti di media sul parquet in 11 minuti. Il futuro è certamente dei Thunder, lo sarà anche il presente?


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