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NCAA: i nuovi Fab Five. Matricole alla riscossa

Creato il 23 gennaio 2011 da Basketcaffe @basketcaffe

jordan-mvp Dopo la regola che vieta ai giocatori di liceo di saltare direttamente nella Nba, sempre di più sono i cosiddetti “One & Done” ovvero quei giocatori fortissimi che spendono un anno al college in attesa del passaggio nei professionisti. E sempre più questi potenziali fenomeni scelgono le grandi università per provare a mettere in bacheca anche un titolo collegiale, magari da protagonista, come fece Carmelo Anthony nel 2003 quando trascinò al titolo gli Orange di Syracuse. La classe di freshmen di quest’anno è davvero ricca di talento e diversi giocatori sono indicati nelle primissime scelte del Draft Nba 2011. Facendo un ipotetico quintetto di questi talenti, abbiamo Kyrie Irving di Duke (nella foto con Barnes al Jordan Classic) come regista, Harrison Barnes di North Carolina come esterno, Perry Jones di Baylor e Terrence Jones di Kentucky come ali e Jared Sullinger di Ohio State come pivot.
Il giocatore che più stava impressionando era certamente Kyrie Irving, playmaker di Duke che subito aveva preso in mano il ruolo di leader della squadra di coach Krzyzewski. Dopo la gara con Butler del 4 dicembre ha dovuto fermarsi per un infortunio al piede e c’è il rischio che non rientri più. Quindi ci sono possibilità che, lockout permettendo, torni a giocare direttamente al piano di sopra. 17 punti, 4 rimbalzi e 5 assist di media col 45% da tre punti nelle 8 gare giocate, in cui si è vista tutta la somiglianza con Chris Paul, il giocatore cui Irving viene paragonato per le doti di ball handling e la capacità di fare sempre la cosa giusta in velocità. Impressionante la gara da 31 punti al Cameron Indoor contro Kalin Lucas e Michigan State.

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Sembra stia faticando un po’ più del dovuto invece il top recruit della nazione, Harrison Barnes, il primo freshman di sempre ad entrare nel quintetto All American di pre season. Barnes sta risentendo della stagione non facile dei Tar Heels, squadra ancora giovane e immatura, che ruota attorno alle decisioni del discutibile play Drew e che basa il suo gioco sui lunghi Zeller ed Henson. Barnes viaggia ad 11.8 punti e 5.3 rimbalzi di media, un po’ poco per un ragazzo che molti affiancano a Grant Hill per la completezza di gioco e la pulizia di esecuzione. L’intelligenza cestistica è fuori dal comune, fa sempre la cosa giusta, ha un ottimo tiro, è atletico ed è versatile. Gli manca ancora killer istinct e sta facendo fatica ad imporsi come leader nel gruppo di Carolina. Non è mai riuscito a superare i 20 punti: 19 il suo massimo con la maglia color del cielo. Secondo alcune voci potrebbe restare a Chapel Hill un altro anno ma il talento tecnico e fisico è davvero 5 stelle lusso.

In rampa di lancio i due Jones, Perry e Terrence, due ali molto versatili che potrebbero giostrare sia nel ruolo di 3 che in quello di 4. Perry Jones, di Baylor, viene indicato addirittura come prima scelta assoluta del prossimo Draft mentre Terrence, stella della Kentucky di Calipari, è stabilmente nella Top 5 dei siti specializzati. Perry Jones viene paragonato a Tracy McGrady, per la capacità di giocare da esterno su un corpo lungo e filiforme (210 cm): il rischio è che si tramuti in un Anthony Randolph… Ancora da capire quello che gli passa per la testa ma raramente si è visto uno con quella taglia mettere insieme tiro da fuori, partenza da esterno, rimbalzo e doti irreali di stoppatore. Viaggia a 13.5 punti, 6.9 rimbalzi e 1 stoppata di media.
Terrence Jones è la stella dei Wildcats: mancino, fa pentole e coperchi per i suoi, e ha raccolto l’eredità di Patterson e Cousins, che l’anno passato dominavano le aree avversarie. Con il play Brandon Knight, altra matricola, sta davvero impressionando. Il nativo dell’Oregon viene addirittura paragonato a Lamar Odom, rispetto a cui ha meno gioco da regista ma decisamente più atletismo sui due lati del campo. 18.5 punti, 9 rimbalzi e quasi 2 stoppate di media a sera, col 34% da tre. Il tiro da fuori è ancora un po’ meccanico ma può migliorare. Già sei le doppie doppie di media: contro Auburn ha messo il career high, 35 punti.

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Di sicuro il prospetto migliore tra i lunghi è Jared Sullinger. E’ lui il segreto della stagione perfetta finora di Ohio State: lui il giocatore da cui passano le sorti dei Buckeyes di Thad Matta. Supera di poco i 2 metri ma dispone di una corazza di quasi 130 kg di guizzanti muscoli: quando riceve in post basso è praticamente infermabile a livello collegiale. Ha tanti movimenti ma ha anche tiro frontale, fino ai 6-7 metri, e in più corre il campo come una gazzella. Questo lo avvicina a Paul Millsap come tipo di giocatore, forse qualcosa di più. Non è un super atleta: anche a livello Ncaa non “mangia” sopra la testa degli avversari ma con quel corpo fa il vuoto. 17.9 punti, 10.2 rimbalzi, 1.4 assist e 1 recupero le sue medie col 58% al tiro. Otto le doppie doppie in stagione, una gara da 30 punti (con anche 19 rimbalzi) e addirittura una da 40, nel 75-64 contro Indiana-Purdue.

Le immagini del Jordan Classic 2010, con i talenti di cui sopra e diversi altri.


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