Via libera dalla Camera al ddl sul biotestamento Il testo, con le modifiche apportate dagli emendamenti approvati nell’aula di Montecitorio, tornerà ora al Senato per il disco verde definitivo.
A far discutere è soprattutto l’articolo 3 del provvedimento che descrive ‘Contenuti e limiti della dichiarazione anticipata di trattamento (Dat)’. In particolare si prevede che sulla sospensione dell’alimentazione e dell’idratazione artificiale (per mesi al centro del dibattito nazionale per il caso di Eluana Englaro) non conta la volontà del paziente, espressa nella Dat, tranne in alcuni casi eccezionali.
E’ una “legge-schifezza”, è il duro commento di Maria Antonietta Farina Coscioni, deputata radicale e co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni. ”E’ l’unica definizione che si puo’ dare a una legge sul fine vita imposta da una maggioranza clericale e oscurantista, che non trova riscontro in alcun paese europeo e occidentale; una legge che ci condanna a stati vegetativi anche quando preventivamente, in piena coscienza, abbiamo comunicato la nostra volonta’ in senso contrario. Con l’approvazione in particolare dell’articolo 3, con questa legge, se verra’ confermata anche dal Senato, si negherà ogni valore alla volontà del singolo”.
Di ”una legge che sottrae agli italiani la libertà di decidere sulla propria vita” e ”che chiede ai medici non di curare, ma di costringere alle cure”, una legge ”violenta” parla in modo netto il presidente di Sel, Nichi Vendola. “L’obbligo di soffrire per legge non è umano, non è dignitoso”. ”Ancora una volta – conclude – questo Parlamento dimostra, come la settimana scorsa sulle province, di essere lontano dalla realtà e dalla vita degli italiani. Una distanza ed un arroccamento che mettono tristezza”.
Per il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, invece, “la legge sulla vita approvata dalla Camera dei Deputati rappresenta la riaffermazione del primato del Parlamento rispetto ai provvedimenti creativi dell’ordine giudiziario”.
(Adnkronos/Ign)
Beppino Englaro: “Quella legge è incostituzionale”
Dopo molti mesi di dibattito, la Maggioranza si avvicina al traguardo dell’approvazione del disegno di legge sul testamento biologico. E lo fa tra le “necessità di legiferare” evidenziate dal centrodestra, e tra le polemiche espresse da tutta l’opposizione. Salvo improbabili incidenti, la Camera darà in giornata il via libera, con alcune modifiche, al provvedimento licenziato dal Senato nel marzo del 2009. Sarà necessario a quel punto un ultimo passaggio a palazzo Madama, prevedibilmente in autunno. L’iter del ddl non dovrebbe comunque incontrare difficoltà. Ma dal Pd ai radicali, l’opinione sul ddl è univoca e negativa. Il commento di Beppino Englaro, papà di Eluana, è emblematico: “Si tratta di una legge incostituzionale”, dice Englaro, “che va nella direzione opposta rispetto ai principi costituzionali. L’autodeterminazione terapeutica non può incontrare un limite anche se ne consegue la morte, che non ha niente a che vedere con l’eutanasia. Nessuno, nè lo Stato nè un medico può disporre della salute di un cittadino”.
Maggioranza convinta.“Sono fiducioso riguardo l’approvazione”, dichiara il relatore Domenico Di Virgilio (Pdl). Che aggiunge: “I numeri delle precedenti votazioni sono andati al di là delle aspettative. Hanno sostenuto il provvedimento l’Udc e anche 20-25 deputati del pd”. Il Sottosegretario alla salute Eugenia Roccella critica un’opposizione definita “ideologica: “Si
è voluta dare l’idea di un disegno di legge imposto al Parlamento e di un testo immodificabile, senza attenzione ai contenuti reali della legge. E invece è stato un provvedimento di iniziativa parlamentare, molto aperto al dibattito, modificato più volte e approvato da una maggioranza trasversale”.
Ma anche nella Maggioranza, qualche voce dissidente si fa sentire. Come quella di Daniele Capezzone, che dice: “Se fossi in Parlamento, non la voterei”.
Turco (Pd): “Un ddl autoritario”. “La legge della destra sul fine vita è arcigna, autoritaria e proibizionista. Nel dibattito oggi alla camera la Maggioranza ha gettato la maschera ed è chiaro a tutti che siamo davanti a un imbroglio per i cittadini e i medici”. Così Livia Turco, componente Pd in commissione affari sociali. Turco sottolinea che il ddl “Colpisce l’alleanza terapeutica medico-paziente e vieta, di fatto, il testamento biologico; nelle Dt si potrà infatti scrivere solo nome, cognome e che non si vuole essere sottoposti ad accanimento terapeutico, cosa che nessun medico farebbe”.
Tra i vari emendamenti, con quello all’articolo 7, le volontà del paziente espresse nella Dichiarazioni anticipate di trattamento vengono derubricate a “orientamenti”. E Ignazio Marino del Pd, guarda già oltre il secondo passaggio al Senato: “Se il ddl sul biotestamento che sarà approvato oggi alla camera sarà licenziato in via definitiva, partirà una raccolta firme per arrivare a un referendum che abroghi una legge inaccettabile”, dice.
Idv: “Una legge contro le Dat”. Antonio Palagiano, responsabile sanità dell’Italia dei Valori e relatore di minoranza del provvedimento, non usa mezzi termini: “Il governo ha gettato definitivamente la maschera e con l’emendamento al comma 6 dell’articolo 3 restringe il campo di applicazione delle Dichiarazioni anticipate di trattamento. E’ evidente, quindi, che questa legge va contro le Dat”. Spiega Palagiano: “Con gli emendamenti approvati sarà infatti difficile se non impossibile stabilire quando avranno rilievo le Dat, poichè sarà necessaria una risonanza magnetico-nucleare per accertare lo stato vegetativo del paziente. Nei piccoli ospedali, ad esempio, sarà difficilissimo effettuarla e sarà impossibile, quindi, applicare la legge. Legge che perde definitivamente di senso e dimostra, ancora una volta, la sua inutilità”, conclude Palagiano.
Staderini: “Ci rubano la morte”. Mario Staderini, segretario di Radicali Italiani è convinto che “se il Senato confermerà il provvedimento della Camera, non sarà più possibile decidere della propria vita. Per tutti noi hanno deciso Udc, Lega e Pdl, meschine comparse di un film scritto in Vaticano”. Dichiara il segretario: “Con la legge 40 hanno rubato la vita e la libertà di ricerca scientifica, con la legge Calabrò ci rubano anche la morte. Questi moderni aguzzini vogliono, attraverso il sondino di Stato imposto per legge, disinnescare le conquiste di libertà che Piergiorgio Welby e la famiglia Englaro hanno assicurato agli italiani con la loro lotta”. Staderini conclude:
“Chi ha votato questa legge infame lo ha fatto nella consapevolezza che sarà smantellata dalla Corte Costituzionale, solo che ci vorranno anni, durante i quali si ripeteranno drammi umani che colpiranno soprattutto i più poveri. L’hanno votata nonostante la maggioranza degli italiani e degli stessi cattolici fosse a favore del vero testamento biologico, solo perchè non ne pagheranno il costo, come accadrebbe in una democrazia”.
A chi si applica. L’unica modifica sostanziale che l’aula di Montecitorio deve approvare è un emendamento proposto solo la settimana scorsa per circoscrivere la “platea” dei pazienti toccati dalla legge. Se nel passaggio da palazzo Madama a Montecitorio questa era stata allargata, ora il biotestamento si applicherebbe ai soli malati in stato vegetativo per i quali è stata “accertata assenza di attività cerebrale integrativa cortico-sottocorticale”. Una previsione che richiama, sin nel lessico, la vicenda di Eluana Englaro, e l’originale intento del premier Silvio Berlusconi di prevenire con la legislazione altri interventi della magistratura in questo campo.
Nessuno è libero se non è padrone di se stesso.
Le questioni di libertà ed autodeterminazione dell’uomo non sono cose del nostro secolo, appartengono al pensiero umano da sempre: “Nessuno è libero se non è padrone di se stesso”, diceva lo stoico Epitteto. Troppo spesso ce ne dimentichiamo, e quel che è peggio se ne dimenticano i nostri governanti.
È atteso per oggi il voto finale della Camera sul ddl che norma il testamento biologico.
Questa mattina, dopo un paio di giorni di sospensione, i deputati riprenderanno la disamina dei testo Calabrò, licenziato il 26 marzo 2009 dal Senato e emendato dalla maggioranza in questi due anni in commissione Affari sociali e in Aula negli ultimi giorni.
L’Aula ricomincerà dall’articolo 3, il cuore della legge denominata “Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat)”, quello che definisce i contenuti e i limiti delle Dat. Dopo aver stabilito che nel biotestamento si può esprimere, in caso di “permanente incapacità di intendere e volere”, I’”orientamento” riguardo “l’attivazione di trattamenti terapeutici” e la rinuncia “a trattamenti sanitari di carattere sproporzionato o sperimentale”, oggi i deputati voteranno l’emendamento dei relatore Di Virgilio che stabilisce che il medico, prima di prendere da solo la decisione, consulti le Dat solo in “assenza di attività cerebrale integrativa cortico-sottocorticale” dei paziente.
Il testamento biologico è il documento, scritto, con il quale un cittadino può esprimere il proprio orientamento su terapie e trattamenti di fine vita in previsione di un’eventuale futura perdita della propria capacità di intendere e volere. In Italia è stato il caso di Eluana, la ragazza a cui nel febbraio del 2009 è stato staccato il sondino che la alimentava dopo la sentenza della corte di appello di Milano, a costringere il Parlamento a “correre ai ripari”. E da allora sono sempre due i nodi che continuano a dividere: il divieto di sospendere, se non in casi eccezionali, l’alimentazione e l’idratazione artificiali del paziente e il ruolo del medico, che nel testo attuale non è vincolato a seguire le volontà scritte nel biotestamento.
Ma cosa accade invece all’estero?
FRANCIA
La legge «relativa ai diritti del malato e alla fine della vita» approvata nel 2005 prevede la possibilità di formulare direttive anticipate su limitazioni o cessazioni di trattamenti medici e sono revocabili in ogni momento. Il medico ne deve tener conto.
GERMANIA
La legge sul biotestamento è stata approvata nel giugno del 2009 e prevede che il biotestamento sia vincolante per i medici anche se le volontà dovessero significare la morte del paziente.
OLANDA
Il biotestamento è disciplinato da una legge del 2001 che ha introdotto l’esclusione della punibilità del medico per aver provocato la morte del malato consenziente, qualora però si seguono criteri di accuratezza nella procedura da seguire.
REGNO UNITO
Il «Mental capacity act» è entrato in vigore nel 2007 e prevede che le volontà del paziente siano rispettate dai sanitari come se questo sia nel pieno delle sue facoltà. La dichiarazione anticipata può negare il consenso alla nutrizione forzata.
SPAGNA
La «legge sui diritti dei pazienti» approvata nel 2002 definisce una normativa quadro per le comunità autonome spagnole: da allora 17 hanno legiferato in materia.
USA
A livello federale esiste dal 1991 il «Patient self determination act» che disciplina il cosiddetto “living will”. Alcuni Stati federati propongono uno schema semplice e generico in base al quale ognuno di proprio pugno può indicare le sue scelte. In altri Stati si segue invece uno schema molto dettagliato alla stregua di un questionario.
Ma i nostri governanti continuano a ripetere la loro litania tipica dei talk show: “Noi lezioni di etica non ne prendiamo da nessuno”. Nemmeno dai maggiori paesi democratici del mondo a quanto pare.
Perché in Italia persiste il timore di dispiacere alle gerarchie vaticane, non al ricco e aperto mondo dei cattolici? Perché, soprattutto, a nulla è servita la lezione delle elezioni amministrative e dei referendum che mostrano una società viva, reattiva, alla quale bisogna fare appello tutte le volte che sono in questione i diritti fondamentali delle persone?
La legge in questione è ideologica e violenta, simbolo di intolleranza verso chi ha convinzioni, fedi, stili di vita diversi. Afferma la «indisponibilità» della vita: concetto in palese contrasto con l´ormai consolidato diritto al rifiuto e alla sospensione delle cure, che in moltissimi casi è già stato esercitato con la consapevolezza che si trattava di una decisione che avrebbe portato alla morte. Nega il diritto di rifiutare trattamenti come l’alimentazione e l’idratazione forzata, escludendone il carattere terapeutico in contrasto con l’opinione delle società scientifiche e con l´evidenza della pratica medica. Riflette un fondamentalismo cattolico incomprensibile perfino all’interno dello stesso mondo clericale: il muro alzato dalle gerarchie vaticane contrasta clamorosamente, ad esempio, con l’apertura mostrata dalla Conferenza episcopale tedesca.
Cosa più grave è che questo scempio si sta consumando nel più assoluto silenzio. L´opposizione, tranne che impegnarsi in una purtroppo vana battaglia di emendamenti, non ha praticato la minima campagna informativa che avrebbe almeno avuto la funzione di coinvolgere in maniera consapevole l´opinione pubblica.
fonte : http://vergognarsi.it/