A Motown ormai le cose non girano nel migliore dei modi, per dirla con un eufemismo. Sono passati i tempi dei mitici Bad Boys ed è ancora troppo fresco il ricordo di quei Pistons vincitori nel 2004 contro i Lakers e che quasi bissarono l’impresa l’anno successivo. Era la squadra dell’MVP delle Finali Chauncey Billups, ma anche di Rip Hamilton, “Big” Ben e Rasheed Wallace, e Tayshaun Prince, l’unico rimasto a calcare il parquet del Palace of Auburn Hills. Ormai da due stagioni Detroit chiude con un record negativo senza raggiungere nemmeno i Playoffs, in una Conference notoriamente più abbordabile; ma si sa, non tutto il male viene per nuocere. Dopo il progressivo smantellamento della squadra, infatti, come spesso capita, si è assistito ad un notevole alleggerimento salariale e ad un ringiovanimento che promette un futuro migliore facendo ben sperare gli affamati tifosi.
Negli anni sono arrivati giocatori come Rodney Stuckey, una solida point guard classe ’86, l’eccellente Austin Daye (figlio d’arte, classe ’88, il nuovo Prince??), “l’italiano” Jonas Jerebko (’87) e l’interessantissimo Brandon Knight. Il vero colpo è stato però Greg Monroe, settima scelta assoluta nel Draft del 2010. 211 centimetri per 113 chili, McDonald’s All-American ’08, questo ragazzone da Georgetown University (fucina di All Star quali Iverson, Mourning, Mutombo e Ewing) ha fatto intendere da subito il suo talento totale spazzando via il solito scetticismo post Draft. Eccovi snocciolate le sue cifre: 80 partite giocate, di cui 48 in quintetto, 9.4 punti, 7.5 rimbalzi (il migliore dei suoi), 1.2 rubate (primo fra i rookies!) con il 55% dal campo. Quando si dice nato pronto…
Quest’anno le statistiche sono lievitate: 17.2 punti e 9.1 rimbalzi a partita, conditi da quasi 3 assistenze (!), quinto nella NBA per percentuale dal campo, sesto per rimbalzi offensivi (terzo se proiettati su 48 minuti) e soprattutto decimo nella classifica di efficienza (addirittura sesto se proiettata su 48 minuti). Non vi è alcun dubbio che in una Lega dominata da Power Forward mostruose e dai nomi altisonanti questi siano parametri nettamente fuori dalla norma, soprattutto per un sophomore, come è altrettanto palese che Greg Monroe sia un serio candidato per il Most Improved Player a fine anno, per la felicità del General Manager Joe Dumars e per la gente di Detroit che ha di nuovo un motivo per sorridere e ben sperare.