Magazine Diario personale

No Job? No fun! – le gioie infinite dell’essere disoccupati

Da Giovanecarinaedisoccupata @NonnaSo

Ovvero (sottotitolo del sottotitolo del sottotitolo): io mi sa che la Bit la boicotto quest’anno

Premetto, che ho lavorato nel settore (turismo) per 8 anni (8!) prima di diventare magicamente disoccupata…e continuare ac cercare lavoro nel settore (turismo) o fornire consulenze per lo stesso (turismo, con applicazione web marketing, marketing, social media, di cui tanto va di moda parlare ora).

Premetto che finchè ci ho lavorato, nel settore (turismo), della BIT (Borsa Internazionale del Turismo) andava di moda parlare male: una fiera finita che si trascina edizione dopo edizione senza contenuti o workshop di rilievo, un’inutile esposizione di stand dei tour operator, nessun contatto business veramente valido, una piazza dove chiacchierare della prossima vacanza ai caraibi, dove andare a recuperare gadget e cataloghi vacanze come shottini gratuiti allo stand del turismo Cuba, etc etc.

Premetto anche che finchè la mia azienda me lo ha comandato (fornendomi almeno di biglietto di ingresso) ci sono sempre andata, da brava e senza fare storie, a fare competitive check e mistery guest (ovvero a spiare la concorrenza e prendere i LORO cataloghi), qualche volta divertendomi anche.

Ma quest’anno mi sa proprio che la BIT la boicotto.

Peccato, perché sembrava che questa fosse un’edizione tutta nuova, meno sprecona e più concentrata sui workshop e le discussioni (appunto) i più dei quali sulle nuove evoluzioni del mercato turistico in chiave digital (triplo appunto! purchè poi non si tratti di stare ad ascoltare le solite manfrine su quanto è bello e utile aprire la pagina Facebook del proprio hotel e morta lì, discussione sterile sul “tutti dobbiamo essere sui social, per forza, ci vuole, di questi tempi”), quindi un po’ di curiosità ce l’avevo…

Curiosità che mi è passata subito quando ho sbirciato la sezione Tariffe di Ingresso, e la sezione accrediti. Mi sono cadute le balle, vi giuro.

bit-free-ingresso

L’ingresso per una giornata diciamo “da comuni mortali” costa 20€. Sono pochi, voi direte, a fronte di un’intera giornata di divertimenti, gadget, interessantissime discussioni (e magari anche qualche lascito strategico di cv .. anche se ve lo sconsiglio: fa troppo neo-laureato appena uscito dall’ateneo senza uno straccio di stage non retribuito, e noi dei neo-laureati non c’abbiamo più la faccia. Inoltre, ricordo che quando ricevevo io per conto della mia azienda i cv, li buttavo direttamente in fiera a fine serata senza neanche organizzare lo scatolone verso i nostri uffici, PER DIRETTIVA AZIENDALE, sia chiaro).

Comunque dicevo, 20€ sono pochi rispetto alla grandiosa opportunità ma… perché gli emeriti nessuno che lavorano in un’azienda che può accreditarsi per il settore di interesse (sempre il turismo) possono entrare GRATIS e io, che lavoricchio nello stesso settore, solo perché sono una consulente esterna, che magari lavora a macchia di leopardo, ad cazzum, senza partita iva, a chiamata, a progetto, a comeczzvoletedirloditelo…devo pagarmi l’ingresso di tasca mia!?

In questa fiera vi giuro entrano cani e porci. I biglietti vengono regalati alle zie delle cugine delle mamme delle segretarie, che davvero vanno per prendere le borsine di tela con dentro i cataloghi e gli antistress a forma di aereo delle compagnie low cost. E io che ho lavorato nel settore per 10 anni, che a tratti penso di saperne altrettanto (se non più) che certi relatori di pura facciata che intervengono ai workshop, mi devo sentire un’esclusa perché non ho una potente azienda alle spalle che garantisca per me?

20€ per me sono tanti, in un budget mensile che non copre l’affitto e con l’incertezza dei tempi. Ma soprattutto è lo schiaffo morale,  a fare male. A costringermi allo sdegno, e a boicottare la “fiera di riferimento” per il settore.

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No job? No fun!

Un settore che ha fatto più disoccupati (fra cui io, ma questo è un dettaglio), malimpiegati, precari, stagionali senza garanzie, di qualsiasi altro, e che ha notoriamente i salari più bassi e le garanzie meno sicure di impiego (in una “nazione” che dovrebbe vivere di turismo, viste le risorse naturali e culturali che detiene!).

Certo, poi venitemi a dire che le statistiche non dicono nulla e che i disoccupati (o gli occupati male) non sono dei “tagliati fuori”, degli emarginati, degli esclusi dalle piazze di potenziale ricerca (e ri-trovo) lavoro.

A meno di non pagarcisi profumatamente il re-ingresso, chiaramente.

Sono veramente, veramente, veramente delusa (e anche un po’ incazzata oggi..sarà la pioggia). E a voi sembrerà molto rumore per nulla, questo mio, tanto che vi verrà voglia di fare una colletta e mandarmi sti 20€ così la pianto lì… ma non è questo, credetemi. Voglio che vi fermiate a pensare come ho fatto io, svegliata questa mattina da questo schiaffo in piena faccia, a due o tre cosette che nessuno di dice, quando fa di voi un disoccupato “felice”.

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(si, sono ironica ma bisogna saper ridere di noi stessi, giusto?)

Facciamo di nuovo due conti sulla nostra “posizione”:

1. Un corso di formazione, o aggiornamento, o riqualificazione, o semplicemente per occupare il nostro (molto) tempo libero con amene dissertazioni non costa meno di 400€ al giorno, e se non sei in mobilità o ci sei da troppo tempo, non hai i requisiti per usufruire dei corsi regionali gratuiti di Dote Lavoro e simili.

Va bene che i più sono inutili, costruiti ad arte per spillare soldi agli ignavi, ma comunque fanno cv e vedere che non ti “formi” da un anno o due non fa una buona impressione al tuo eventuale selezionatore… o così mi raccontano.

2. l’ingresso a una qualsiasi mostra, fiera, manifestazione, wokshop, quando non richiede la registrazione CON ACCREDITO AZIENDALE (quindi un’azienda esistente, con partita IVa e CF, sede legale, un’email aziendale – quindi non le solite Hotmail e gmail – valida tramite cui fare doppio controllo – manco fossimo terroristi islamici che cercano di imbucarsi – esami del sangue e quadro clinico nella norma per almeno i 6 mesi precedenti, garanzia da parte di almeno 6 familiari stretti tutti con lavoro regolarmente retribuito e soglia minima di guadagno di almeno 150.000€ l’anno) sei zero, sei escluso, un emerito nessuno.. e il biglietto te lo devi pagare.

Esami del sangue e quadro clinico sono esagerati? Si, però il doppio check sulla mail aziendale ve lo fanno, carini, e voi lo sapete.

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3. se malauguratamente ti capita di prendere un contratto a progetto, risulti comunque come risorsa esterna e oltre ad avere uno stipendio in proporzione più basso, i biglietti della BIT sono gli ultimi benefit aziendali a cui non avrai diritto di cui preoccuparti: prima ci saranno una macchina aziendale o un rimborso carburante, un rimborso spese di viaggio (anche se lo stesso viaggio sarà necessario per motivi di lavoro), i ticket o rimborsi pranzo, la formazione gratuita.. dimentico qualcosa?

Quindi, oltre a farci due palle così (dalla noia) o un culo così (per un lavoro le cui condizioni sono regolamentate da tanti bei decreti ministeriali, ma la cui regolarità non è minimamente presa in considerazione da istituzioni, enti, enti fiera, aziende, profit e non) noi disoccupati non abbiamo diritto ..

..a un bel niente.

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Meglio che a uno schiaffo in faccia? Beh..dipende…


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